Da settembre “Mia”, la Misura di inclusione attiva, potrebbe sostituire il reddito di cittadinanza e avere criteri più stringenti di reddito per accedervi. Cambiano le platee, gli importi, la durata e i requisiti pe ottenere il beneficio. Il primo taglio riguarda proprio i beneficiari: il tetto massimo al reddito Isee per chiedere l’aiuto scende da 9.360 a 7.200 euro. Sarà ristretta la possibilità di rinnovo e il beneficio decadrà dopo il rifiuto di una sola offerta di lavoro. Saranno due i nuclei beneficiari della prestazione: le famiglie con almeno un componente con disabilità, o minorenne o con almeno 60 anni di età, che beneficeranno della misura al 100% e gli altri nuclei senza un componente disabile, minorenne o con un componente di almeno 60 anni di età, per i quali la prestazione sarà ridotta al 75%.
Reddito di cittadinanza, Mancini (FDI): “E’ stato un fallimento e va modificato”
Sul tema è intervenuta Paola Mancini, senatrice Fratelli d’Italia, nella trasmissione “Nautilus” condotta da Vanessa Piccioni e Francesco Fratta in onda su Cusano News 7
“Ci si chiede perché si vuole modificare il RDC. Perché non ha avuto la funzione per cui era nato: l’obiettivo era creare occupazione e contrastare forme di disuguaglianza, è stato un fallimento totale. Al di là delle colpe dei centri dell’impiego, è stato un fallimento. Ritengo come esponente del mio partito che non sia lo strumento adeguato perché non si può considerare alla stessa stregua chi può lavorare e chi non può. Così abbiamo visto che non funziona. Ci deve essere incontro tra domanda e offerta. È necessario che il Mia possa affiancare efficaci interventi che possano qualificare efficacemente il lavoratore. La formazione deve essere perpetua. Il sistema del lavoro è cambiato ed è necessario che la flessibilità sia uno strumento di crescita: questo si può far attraverso la riqualificazione. Voglio sottolineare che qualsiasi lavoro è dignitoso.
Qui si parla di qualcosa che non è ancora effettiva e a noi sottoposta nei minimi termini. Stiamo parlando di qualcosa di non operativo quando quello che c’è è fallito. Ci sono comparti nei quali manca la professionalità, i percettori di sussidi devono essere riqualificati. Ci sono comparti che necessitano di lavoratori, non è vero che manca il lavoro.
La riqualificazione non vuol dire che uno deve avere alta formazione. La formazione serve anche per fare l’agricoltore. La formazione non vuol dire alta professionalità: vuol dire che l’operatore sia adeguato per quel lavoro. Sostenere che l’Italia non necessita di lavoratori significa mentire.
In Italia non c’è carenza di lavoro.
Basta guardare gli ultimi 10 anni. I governi precedenti non sono stati in grado di far partire centri per l’impiego. Non ci sono solo i centri per l’impiego che possono mettere in contatto domanda e offerta. Non riesco a capire perché non si voglia ammettere che sia stato un fallimento e che si deva trovare un’altra soluzione. Non è vero che non c’è lavoro in Italia.
Dico solo che è evidente che il RDC sia stato un fallimento e quindi come tale strumento va modificato perché non è stato uno strumento per colmare la povertà. Non facciamolo apparire quello che non è. Per quanto riguarda il salario minimo non sono favorevole. Quello che è necessario fare è continuare sulla contrattazione collettiva, anche il nostro articolo 36 parla di dignità di salario”
Reddito di cittadinanza, Bevilacqua (M5S): “La riforma del reddito di cittadinanza non è stata attuata per il ritardo delle 15 regioni governate dal centrodestra”
”Io forse do una notizia: in realtà la ministra Calderone a febbraio ha dichiarato che tutto quello che riguardava l’introduzione di formazione era già previsto dal RDC ma non ha funzionato per dei ritardi. È una chiara ammissione che il RDC fosse stato boicottato dalle 15 regioni a trazione della maggioranza. La ministra ha ammesso che l’avvio alle politiche del lavoro era già avviata. Il governo Conte 2 aveva stanziato 1 miliardo per i centri dell’impiego. In Italia c’erano appena 8mila operatori. Il governo Conte aveva stanziato 1 miliardo per intervenire in maniera forte per i centri dell’impiego prendendo 11 mila 600 nuovi operatori. Solo 4 mila a ottobre erano stati incrementati. Gli intervistati pagano la narrazione del governo Meloni. Tutti quelli del reddito di cittadinanza, chiamati furbetti, sono solo il 3%.
Si è mai pensato di eliminare la pensione di invalidità perché ci sono falsi invalidi? No. Mi chiedo perché si pensi del RDC. Io suggerisco di cambiare il nome di Mia in Mea, Misura di esclusione attiva. Si escludono i poveri. I paletti della fantomatica occupabilità dei lavoratori è da dimostrare.
Se un giovane di 25 anni con un ISEE di 7 mila euro, se vive da solo, e quindi comunque avrebbe diritto di accedere alla Mia, non lo può fare perché è ritenuto occupabile. Però se quello stesso giovane, sempre con un ISEE di 7 mila euro, vive con un padre di 60 anni, improvvisamente non è più occupabile e quindi ha diritto alla Mia. C’è qualcosa che non torna.
Ribadisco un concetto: ho chiesto il principio dell’occupabilità, come fa a variare con ISEE di 7mila euro lo stesso giovane che fa parte di una famiglia con un papà 60enne e automaticamente non è occupabile? Non vedo riforme congrue del Mia. Noi abbiamo inserito nel RDC incentivi anche alle aziende, con un incentivo del 20% del RDC che sarebbe andato all’agenzia che avrebbe favorito l’incontro tra domanda e offerta per il lavoro. Probabilmente il problema è che il lavoro non c’è. Non è dignitoso chiedere ad una famiglia di sostentarsi con un reddito al di sotto della povertà. Il RDC è andato a famiglie che lavorano ma che non riescono a sostenersi. La lotta per il salario minimo, altro tema. La Meloni guardasse in faccia i 4 milioni di lavoratori poveri e vada a dire a loro che il salario minimo è uno specchietto per le allodole. Il salario minimo è uno strumento che dà forza alla contrattazione collettiva.
Ci sono percettori di reddito che hanno il titolo di terza media.
In Italia c’è carenza di lavoro: di fatto non ci sono state politiche attive di lavoro, che significa creare domande di incrocio tra domanda e offerta. E questo non si può fare perché i centri dell’impiego non funzionano.
La riforma del reddito di cittadinanza non è stata attuata per il ritardo delle 15 regioni governate dal centro destra. Il salario minimo è previsto come tutela ed è rafforzativo della contrattazione collettiva. È fondamentale l’utilizzo di un salario minimo. In Germania il salario minimo ha dato forza alla contrattazione collettiva”.