Incidente Biassano moto: perde la vita il ragazzo di 16 anni in provincia di Monza–Brianza, a seguito del violentissimo impatto della sua motocicletta e un’automobile.

Incidente Biassono moto: le dinamiche dello scontro

Muore in ospedale Christian Donzello, sedicenne coinvolto in un incidente stradale a Biassono (nei pressi di Monza). Il ragazzo si trovava in sella ad una moto che si è presto schiantata contro un’automobile, portando il giovane alla morte. Contro la stessa macchina (una Volkswagen Polo in via Friuli, nel centro industriale di Biassono) è andata a sbattere un’altra moto, in quella che sembra a tutti gli effetti una gara clandestina a due ruote.

Ma Christian Donzello non è morto semplicemente con l’impatto, dal momento che, a partire dall’impatto terribile (avvenuto circa alle 16:30 del pomeriggio della scorsa domenica), il giovane ha lottato tra la vita e la morte, fino alla morte giunta questa mattina, dopo un giorno molto difficile trascorso in ospedale.

Dopo l’impatto, sono stati chiamati subito i soccorsi: sono giunte l’Azienda Regionale Emergenza e Urgenza con due ambulanze e un’automedica in codice rosso, insieme ai carabinieri della compagnia di Monza agli ordini del maggiore Emanuele d’Onofri.

Questi ultimi stanno cercando di verificare le circostanze del caso che ha portato alla morte del sedicenne Donzello questa mattina: in particolare, si tenta di determinare l’esatta dinamica dello schianto e le sue cause. C’è anche la necessità di comprendere se sia stata l’alta velocità a determinare lo schianto che ha portato alla morte del ragazzo.

Un altro aspetto delle indagini dei carabinieri, invece, è legato al motivo per il quale i due ragazzini che guidavano le due moto schiantatesi contro la macchina si siano dati appuntamento proprio nell’area industriale di Biassono. E’ stato in questa occasione che i residenti del luogo hanno avanzato la pista di possibili corse clandestine, ipotesi che è attualmente battuta dai carabinieri.

Biassono ragazzo morto e il secondo pilota

Incidente Biassano moto, scopriamo più informazioni a riguardo. Come abbiamo già riportato, sono due le moto che si sono schiantate contro la Volkswagen Polo in via Friuli, nel centro industriale di Biassono: il secondo pilota era poco più grande di Christian Donzello, aveva 18 anni e, dopo lo schianto, è stato subito soccorso, trovandosi con qualche ferita ed essendo portato in codice verde fino all’ospedale Desio. I due erano amici, ma hanno affrontato due destini ben differenti tra loro, dopo lo schianto contro la macchina.

Biassono raduno moto: parla il sindaco riguardo l’incidente

Il sindaco di Biassono, Luciano Casiraghi, che si è subito precipitato sul luogo dell’incidente, così ha parlato riguardo alla tragedia che ha travolto Christian Donzello: “Non ci risulta nessuna gara clandestina […] Ero stato lì anche sabato pomeriggio e mentre transitavo ho incontrato anche una pattuglia della nostra polizia locale con cui avevamo concordato di intensificare i controlli in previsione delle belle giornate ipotizzando che potesse essere luogo di raduni di ragazzi. Lì infatti non si organizzano gare ma ci sono dei ragazzi di 16, 15 e anche 14 anni che si ritrovano e salgono in sella per fare delle impennate e acrobazie e farsi riprendere in video e fotografie che poi postano sui social. Sabato la polizia locale ha anche sequestrato una motocicletta. “

Insomma, secondo il sindaco Casiraghi, non c’è stata nessuna gara clandestina, ma semplicemente il tentativo di alcuni ragazzi di postare sui social le loro acrobazie sulle moto. Una passione condivisa da tanti giovani con la stessa età di Christian. E sono proprio i valori delle nuove generazioni a scuotere e sorprendere Casiraghi, il quale coglie l’occasione della triste e difficile tragedia di Christian Donzello per invitare a riflettere su alcuni comportamenti scorretti tenuti dai ragazzi più giovani:

“I controlli ci sono e li facciamo ma quando arriva un’auto della polizia c’è un fuggi fuggi generale ma un’ora dopo magari tornano lì. Per quello che è successo sono amareggiato e rivolgo un pensiero di cordoglio alla famiglia per questa terribile tragedia con una vita spezzata a 16 anni. Serve una profonda riflessione sulla responsabilizzazione dei nostri giovani e sulla loro educazione che deve passare prima dalle famiglie. Domenica quando sono arrivato sul posto ad accogliermi è arrivato un ragazzino e mi ha rivolto parole davvero sconcertanti. Mi ha detto ‘Ma chi c***o sei tu?'”