Le elezioni in Turchia per il rinnovo del Parlamento e per la presidenza della Repubblica sono state fissate al prossimo 14 maggio. A darne l’annuncio il capo dello stato ottomano e candidato Recep Tayyip Erdogan, dando ufficialmente il via alla campagna elettorale. Lo sfidante sarà Kemal Kilicdaroglu. “Il decreto sarà pubblicato sabato 11 marzo in Gazzetta Ufficiale“, ha detto il Presidente della Repubblica turca parlando dal palazzo presidenziale di Ankara. Si è molto discusso sulla data delle prossime elezioni visto il dramma del terremoto che ha colpito la penisola anatolica che ha portato alla morte di oltre 46mila persone. Il leader del centrodestra ha giustificato la decisione di confermare il 14 maggio con il fatto che “la Turchia non ha tempo da perdere né può distrarsi o spendere energie invano“.

Anzi, Erdogan addirittura rilancia sottolineando come l’intento è di “fare del 14 maggio una data che cancelli l’impatto della distruzione del 6 febbraio“. Dopo ha avviato la sua campagna elettorale lanciando quello che sarà lo slogan dei prossimi mesi: “Ora, per la Turchia!“. Chiudendo poi il suo intervento spiegando che “l’agenda della nostra campagna si concentrerà principalmente sugli sforzi (da compiere) per sanare le ferite e compensare i danni economici e sociali causati dal terremoto“.

Il leader turco sarà il candidato alla presidenza della coalizione formata dall’Akp, la forza politica di centrodestra e islamista da lui fondata e al governo dal 2002, e da altri due partiti di destra nazionalista: il Mhp e il Bbp.

L’Akp al potere dal 2002

Il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (in turco Adalet ve Kalkınma PartisiAKP) è un partito politico conservatore turco. L’AKP si è sviluppato dalla tradizione dell’Islam politico e della “democrazia conservatrice”. Si presenta sulla scena politica turca come un partito conservatore di destra che ha conciliato ispirazione religiosa e la laicità dello Stato. Tuttavia, gli oppositori lo accusano di essere, in realtà, un partito islamista ed antilaico.

È soggetto di dibattito quanto il partito sia rimasto fedele ai principi secolari della Costituzione turca; molteplici casi giudiziari sono stati aperti contro l’AKP, ma la Corte costituzionale non ha mai bandito il partito. Secondo i suoi critici, avrebbe una ‘agenda nascosta’, nonostante l’impegno pubblico a favore della laicità, e il partito mantiene relazioni informali e di sostegno ai Fratelli Musulmani.

Tanto la politica interna quanto quella estera del partito sono state percepite come panislamiste o neo-ottomane, facendosi portatrici di un progetto di rinascita della cultura ottomana, spesso a spese dei principi laicisti repubblicani, con una presenza culturale crescente nei territori dell’ex Impero ottomano.

Fondato nel 2001 da membri di vari partiti islamisti conservatori, l’AKP ha vinto più seggi parlamentari di ogni altro partito nelle ultime quattro tornate elettorali del 2002, 2007, 2011 e 2015, con il 34.3%, 46.6%, 49.8% e 49% dei voti rispettivamente. Poco dopo la sua formazione, l’AKP si presentava come un partito filoccidentale e filostatunitense, facendo campagna per una economia liberale di mercato e per l’adesione della Turchia all’Unione europea.

Il partito è stato descritto come una “ampia coalizione di islamisti, riformisti islamici, conservatori, nazionalisti, centro-destra, e gruppi pro-business”. L’AKP è stato a lungo sostenuto dal movimento Cemaat del chierico islamico esiliato Fethullah Gülen, la cui influenza sulla magistratura ha aiutato a indebolire l’opposizione e i militari. L’AKP è stato membro osservatore del Partito Popolare Europeo dal 2005 al novembre 2013, quando lo ha lasciato alla volta dell’Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei, a sua volta abbandonata nel 2018.

Lo sfidante

Un’alleanza formata da sei partiti ha nominato il principale leader del partito di opposizione Kemal Kilicdaroglu come candidato comune per sfidare il presidente Recep Tayyip Erdogan alle elezioni del maggio prossimo, ponendo fine a mesi di incertezza e litigi. Kilicdaroglu, 74 annni, è il leader del Chp, il maggior partito di opposizione in Turchia, forze politica di centro sinistra, nazionalista e laica, fondata dal padre della Repubblica turca Mustafa Kemal Ataturk.

L’alleanza è formata da sei partiti di opposizione, sia di destra (Iyi Parti e Demokrat Parti) sia di sinistra (Chp), oltre che da una formazione islamista (Saadet) e dai partiti liberal conservatori Gelecek Parti e Deva, guidati da due importanti membri dell’Akp che hanno lasciato il partito negli scorsi anni in polemica con Erdogan: l’ex primo ministro Ahmet Davutoglu e l’ex ministro dell’Economia Ali Babacan.