Assolto l’ammiraglio Felicio Angrisano, ex comandante della Capitaneria di porto di Genova ed ex comandante generale della Capitaneria, nel processo di appello sulla collocazione della torre piloti del porto di Genova, crollata il 7 maggio 2013 per l’urto del cargo Jolly Nero della Compagnia Messina provocando nove morti. Felicio Angrisano era presente in aula al momento della sentenza.

Crollo torre piloti porto di Genova

La tragedia è avvenuta alle 23:05 del 7 maggio 2013 ed è dovuta all’impatto tra la moto nave Jolly Nero e la torre dei piloti del porto di Genova. La nave era intenta a effettuare la manovra di uscita dal porto ligure per dirigersi prima verso Napoli e poi verso altri porti del Mediterraneo quando ci fu la violenta collisione con la Torre dei piloti di Genova, causandone il crollo immediato. La torre era in quel momento occupata da circa dieci persone.

I soccorsi furono tempestivi e videro l’intervento dei Vigili del fuoco, personale del 118, Guardia di finanza e Guardia Costiera; le ricerche dei superstiti diedero esiti sin da subito drammatici e furono ritrovate solo 4 persone ancora in vita. Le ricerche proseguirono nei giorni successivi fino al ritrovamento delle nove salme. Scattarono immediatamente le indagini delle forze dell’ordine e vennero inquisit il comandante della nave, Roberto Paoloni, e il pilota Antonio Anfossi.

Nel giugno 2013 furono iscritti nel registro degli indagati anche Andrea Gais, presidente del gruppo Messina (in quanto legale rappresentante della società), il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il direttore di macchina Franco Giammoro e il terzo ufficiale Cristina Vaccaro, che al momento dell’incidente erano sulla nave da carico insieme a Paoloni. A seguito di varie denunce della famiglia di una delle vittime, la procura aprì altri due filoni di inchiesta a carico dei progettisti e collaudatori della torre e nei confronti di capitaneria di porto e autorità portuale.

Il processo

In primo grado l’ex comandante della Capitaneria di porto di Genova era stato condannato a tre anni. Tutti assolti anche gli altri imputati. Il sostituto procuratore generale Enrico Zucca aveva chiesto la condanna a 2 anni e sei mesi per l’ammiraglio Angrisano. Chiesta l’assoluzione per Fabio Capocaccia, ex commissario del Comitato autonomo portuale (2 anni in primo grado). Chiesta la condanna a un anno per Angelo Spaggiari, strutturista (18 mesi), Paolo Grimaldi, tecnico del Comitato autonomo portuale (2 anni), e Mario Como, strutturista (1 anno e 6 mesi).

Chiesta la conferma a un anno per Giovanni Lettich della Corporazione piloti. Le accuse erano omicidio colposo e disastro colposo. Il processo sulla collocazione e la costruzione della torre piloti era nato su iniziativa di Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa (militare della Capitaneria), una delle vittime, che si era opposta alla richiesta di archiviazione. La donna ha sempre sostenuto la pericolosità dell’ubicazione della torre e l’assenza di protezione sul molo davanti al quale avvenivano le manovre delle navi in uscita dal porto.

Il filone principale sul crollo della torre piloti era arrivato già alla sentenza definitiva. Era stato assolto il pilota del porto Antonio Anfossi (4 anni in primo grado) e confermate le assoluzioni per Giampaolo Olmetti, comandante d’armamento, e per il terzo ufficiale Cristina Vaccaro, della Compagnia Messina. La Cassazione aveva ordinato la riduzione delle pene per il comandante della nave Jolly Nero, Roberto Paoloni, per il primo ufficiale della nave Lorenzo Repetto e per il direttore di macchina Franco Giammoro. I tre hanno concordato la pena con il procuratore generale Zucca: Paoloni 7 anni (da 9 anni e 11 mesi), Repetto 5 anni (da 8 anni e 6 mesi) e Giammoro 4 anni (da 7 anni). Repetto e l’Avvocatura di Stato hanno fatto ricorso in Cassazione.