La vicenda di Alfredo Cospito si arricchisce di un nuovo capitolo: la difesa dell’anarchico ha presentato ricorso alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo. Sotto la lente d’ingrandimento dei legali del detenuto al 41 bis nel carcere di Opera c’è l’attentato della caserma di Fossano del 2006, che non provocò feriti.

Secondo le ragioni degli avvocati, dunque, sarebbe stato violato il diritto di Cospito a non essere condannato per un crimine che, nel momento in cui sono stati commessi i fatti, non costituiva reato in base all’allora giurisprudenza italiana. L’anarchico chiama in causa la sentenza 38184/22 della Corte di Cassazione.

E’ stato condannato sulla base di un’interpretazione della fattispecie incriminatrice del tutto diversa e peggiorativa da quella sino ad allora vigente e per di più non preceduta da alcuna decisione di uguale portata, rendendo impossibile per lo stesso, nel momento in cui nel 2006 ha deciso di agire, la possibilità di prevedere il cambio di prospettiva da parte della Cassazione. Risulta evidente come la soluzione ermeneutica adottata dalla Cassazione si risolve in un trattamento arbitrario da parte dello Stato.

L’atto si concentra sull’ “aggravamento del trattamento sanzionatorio” da strage comune a strage di Stato, che ha generato “ripercussioni negative anche sulla pena”, in quanto avrebbe precluso “l’accesso ai benefici penitenziari”. Un fatto che, a detta della difesa di Cospito, avrebbe “causato un danno incommensurabile” nei confronti del detenuto.

Caso Cospito, il ricorso alla Cedu fa leva su una presunta violazione del principio di legalità della Convenzione europea dei diritti umani

Secondo quanto trapelato dalla Corte di Strasburgo, il ricorso è stato presentato dagli avvocati di Cospito l’8 febbraio scorso, protocollato con numero 10552/23. Sul tavolo c’è una presunta violazione del principio di legalità previsto dall’articolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani.

Il testo di tale articolo prevede che “nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso”.

Intanto non si placano le manifestazioni a sostegno della liberazione dell’anarchico, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo: le forze dell’ordine di Granada, in Spagna, stanno indagando per un atto vandalico all’Istituto di Cultura italiana ‘Dante Alighieri’. Sulla porta dell’edificio, questa mattina, sono state sono state rinvenute delle scritte che inneggiavano a Cospito.