Portovesme Roma Bergamotto. Questione caro energia legato alla cassaintegrazione di oltre 1500 lavoratori della Portovesme Srl, si aggiunge un nuovo tassello. Era convocato per le 15 di oggi, martedì 7 marzo, l’incontro – programmato venerdì scorso a seguito della riunione che si è tenuta in videoconferenza e che aveva portato i 4 lavoratori, che per protesta erano saliti su una ciminiera della società, a scendere – in presenza a Roma tra la sottosegretaria alle imprese in crisi del Mimit (Ministero Imprese e Made in Italy), Fausta Bergamotto, la Regione Sardegna, con il presidente Christian Solinas e gli assessori del Lavoro, Ada Lai, dell’Ambiente, Marco Porcu e dell’Industria Anita Pili e l’azienda con l’amministratore delegato Davide Garofalo. Non erano presenti i lavoratori della Portovesme che hanno sostenuto, nei giorni scorsi, la protesta salendo e presidiando per diversi giorni una delle ciminiere dell’impianto della società sarda. Il motivo del contendere è la salvaguardia dei posti di lavoro con l’intento di ottenere un aiuto sulla questione caro energia che pesa sulle casse della società. Al termine dell’incontro è stato reso noto, tramite un comunicato, l’esito che in sostanza è servito a gettare le basi per cercare una soluzione, tanto che a questo incontro di oggi ne seguiranno altri, come viene spiegato proprio nel comunicato. A questa riunione di oggi, fanno sapere le parti che hanno partecipato e stanno trattando, ne seguiranno altre.

Portovesme, oggi primo incontro tra le parti ne dovranno seguire altri per studiare fattibilità

“Si è tenuto oggi al MIMIT alla presenza del sottosegretario Fausta Bergamotto – si legge nel comunicato diffuso dopo il summit che si è tenuto in presenza – il primo tavolo ristretto sulla vertenza Portovesme con i rappresentanti della Regione Sardegna, tra cui il presidente Christian Solinas e gli Assessori competenti, e dell’azienda con l’amministratore delegato Davide Garofalo. Nei prossimi due giorni il Sottosegretario proseguirà le interlocuzioni con il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, i principali gestori nazionali per l’energia e le parti sociali. Oggi sono state tracciate le ipotesi per una soluzione strutturale la cui fattibilità sarà valutata agli esiti dei successivi incontri”. Le parti stanno cercando di arrivare ad una soluzione. Naturalmente i lavoratori e l’azienda sperano di salvare i posti di lavoro messi in ‘pericolo’ dalle spese troppo alte, sostenute dall’azienda a causa del caro energia. Sono state gettate le basi e si stanno studiando le possibili strade da seguire per cercare di non abbandonare le aziende sarde – non solo la Portovesme a quanto pare – e non far rimanere senza impiego migliaia di lavoratori. Sarebbe una perdita importante per la regione e per le casse dello stato che perderebbe contribuenti. Nel frattempo, mentre era in corso la riunione a Roma, davanti all’ingresso dello stabilimento del Sulcis è rimasto operativo un presidio e rimarrà lì, fino alla fine della vertenza. L’annuncio lo hanno fatto i segretari territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai Pierluigi Loi secondo i quali la vertenza non è solo per Portovesme, ma per tutta la Sardegna. “A testimonianza – sottolineano – che la questione energetica riguarda l’intero comparto economico e produttivo dell’Isola, che deve ancora fare i conti con le diseconomie prodotte dalla mancanza del gas metano“. In questi giorni lavoratori e sindacati hanno registrato la vicinanza e la solidarietà di moltissimi, “per questo – tengono a dire i tre segretari territoriali – ringraziamo tutte le istituzioni, le Rsu delle altre attività del territorio, imprenditori e singole persone che hanno sostenuto la battaglia sul caro energia incarnato dalle figure dei quattro lavoratori sulla ciminiera, ma che riguarda i due territori del Sulcis Iglesiente e Medio campidano, un totale di 1.500 buste paga più l’indotto. Ora inizia la parte costruttiva“.