Bonus infissi, caldaie e condizionatori: ecco quali sono le novità in arrivo sullo sconto in fattura, dopo il decreto di blocco della cessione dei crediti del 17 febbraio scorso. Potrebbero esserci delle aperture per chi ha fatto interventi di questo tipo, riguardanti soprattutto l’efficientamento energetico, e rientranti in quella che viene definita “l’edilizia libera’. La possibilità di utilizzare il relativo bonus è condizionata, secondo quanto prevede il provvedimento del governo emanato tre settimane fa, all’inizio dei lavori all’interno degli immobili: chi, infatti, non è riuscito a far partire gli interventi entro il 16 febbraio, perde la possibilità di usufruire dello sconto in fattura e dovrà utilizzare il relativo bonus solo nella dichiarazione dei redditi come detrazione fiscale. Tuttavia, martedì 7 marzo è prevista la lettura e la discussione degli emendamenti (ne sarebbero circa 400) che i partiti hanno presentato al decreto 11 del 2023 di blocco cessione crediti. Il governo potrebbe essere portato ad aprire ad alcune ipotesi di affari conclusi, di contratti firmati o di acconti già versati, anche se i lavori di installazione degli infissi, delle caldaie e dei condizionatori non sono partiti in data utile.

Bonus infissi caldaie, sconto in fattura possibile? Ultime novità su decreto blocco cessione crediti

Occhio dunque a quanto avverrà a mezzogiorno di martedì 7 marzo nella Commissione Finanze della Camera dove i partiti porteranno gli emendamenti al decreto di blocco della cessione dei crediti entrato in vigore lo scorso 17 febbraio. Tra le varie ipotesi, i partiti di maggioranza e opposizione parrebbero convergere sui bonus relativi a infissi, caldaie e condizionatori, ovvero sui piccoli interventi in edilizia libera che dovevano essere iniziati entro il 16 febbraio per poter beneficiare dello sconto in fattura o della cessione dei crediti d’imposta. Si tratta di lavori per i quali non è previsto un certificato di inizio degli interventi quale può essere la Cilas che, invece, è richiesta per altre tipologie di interventi. Il tipo di adempimento richiesto è quello della presentazione di un’autodichiarazione in carta libera, nella quale si afferma la data di inizio dei lavori, la tipologia di interventi e di quale bonus si intenda beneficiare. Tuttavia, tanti soggetti privati hanno concluso affari di lavori di efficientamento energetico sicuri di poter contare sullo sconto in fattura o sulla cessione del credito, non avendo invece intenzione di utilizzare la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi non avendo abbastanza capienza fiscale. Il decreto 11 del governo rischia di far saltare, quindi, gli affari già conclusi che necessitavano solo dell’avvio dei lavori. Di norma, tra la chiusura dell’affare o del versamento dell’acconto e l’inizio dei lavori passano anche alcuni mesi. Pertanto, per questi interventi il governo sarebbe pronto a un’apertura a patto che vengano rispettate varie clausole che prevederebbero fattispecie nelle quali il beneficiario dello sconto in fattura abbia già versato un acconto in data utile, e cioè prima del 17 febbraio 2023.

Ultime novità su superbonus dagli emendamenti del 7 marzo 2023

Oltre alle aperture sui piccoli interventi di efficientamento energetico, il governo potrebbe rivedere le rigide norme del decreto di blocco crediti sui bonus e superbonus edilizi per gli interventi relativi alla messa in sicurezza da eventi sismici. Il sisma bonus, quindi, potrebbe avvalersi di una proroga in particolare per le zone interessate dai terremoti degli ultimi anni, ovvero l’Italia Centrale. Più complessa è la questione di chi abbia comprato casa grazie ai bonus nel quadro degli interventi di abbattimento e ricostruzione: in questo caso, il relativo titolo abitativo necessario, ovvero il contratto preliminare o il rogito, se non depositato entro il 16 febbraio, non permette a chi abbia fatto l’investimento di poter utilizzare lo sconto in fattura o la cessione dei crediti d’imposta. Sulla questione ci sarà molto da lavorare in termini normativi. Altre aperture potrebbero arrivare dagli emendamenti che riguardano i bonus a vantaggio delle Onlus e delle case popolari (Iacp).