Conte inchiesta Covid. A tre anni dall’arrivo del Covid in Italia e nel resto del mondo, la procura di Bergamo ha presentato la lista degli indagati in merito alla gestione della prima fase della pandemia. Tra i nomi troviamo l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Salute dei governi Conte 1, 2 e Draghi, Roberto Speranza. Ma anche i vertici della Regione Lombardia, come il riconfermato governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera. Inoltre nel registro in questione troviamo anche il nome anche del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro e quello del presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. Nell’atto conclusivo delle indagini, anche il nome del primo coordinatore del Comitato tecnico scientifico in epoca pandemica, Agostino Miozzo. In tutto sono 19 gli indagati.

Fu corretta la gestione della pandemia? I parenti delle vittime cercano delle risposte: una verità per quanto riguarda la fase iniziale a febbraio 2020 in totale assenza di un piano pandemico. Lo stesso allora premier Conte è d’accordo sul fatto che i familiari delle persone scomparse abbiano diritto a tali verifiche giudiziarie, per questo motivo è disponibile al confronto e dà la massima collaborazione.

Conte inchiesta Covid: le dichiarazioni

Ritengo di aver agito con la massima umiltà nel confronto con gli esperti” e “con il massimo senso di responsabilità e il massimo impegno. Ci sono delle verifiche giudiziarie in corso, ben vengano. Risponderò nelle sedi opportune ma non vi aspettate da me show mediatici“, ha dichiarato Conte.

Il nostro problema è stato sì quello del mancato aggiornamento del piano, e questo riguarda un lato ministeriale, ma anche la mancata attuazione di quegli accorgimenti preventivi già previsti nel piano antinfluenzale comunque risalente al 2006. Se la zona rossa fosse stata estesa sin da subito si sarebbero evitate oltre 4mila morti“, ha detto il procuratore della Repubblica di Bergamo Antonio Chiappani che ha scelto programmi televisivi e radio per parlare per la prima volta dell’inchiesta: “Di fronte alle migliaia di morti e le consulenze che ci dicono che questi potevano essere eventualmente evitati, non potevamo chiudere con una archiviazione“.

Secondo il pm, Fontana non aveva avvisato Conte delle “criticità” a Nembo e ad Alzano. Proprio Fontana ha ammesso di essere venuto a conoscenza del suo nome tra gli indagati direttamente dalla televisione: “Sono stato sentito come persona informata sui fatti due anni fa e in maniera anomala ho scoperto questa cosa, infatti non so ancora in che modo devo collaborare“.

I numeri del Covid

Chiappani ha accusato anche il direttore dell’Iss Silvio Brusaferro di aver impedito l’adozione di misure anti-Covid (non a caso è indagato per epidemia colposa e rifiuto di atti d’ufficio). Per la procura di Bergamo proprio le decisioni delle persone sopra citate avrebbero portato alla “diffusione dell’epidemia” in Val Seriana con un aumento “stimato non inferiore al contagio di 4148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati” se fosse stata estesa la zona rossa a cominciare dal 27 febbraio del 2020.

Nel frattempo – come riporta il bollettino diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità – prosegue la diminuzione dei casi e dei morti di Covid segnalati nel mondo. Nei 28 giorni dal 30 gennaio al 26 febbraio, a livello mondiale sono stati registrati circa 4,8 milioni di contagi e oltre 39mila morti, pari a -76 per cento e -66 per cento rispettivamente rispetto ai 28 giorni precedenti. Al 26 febbraio scorso, da inizio pandemia sono più di 758 milioni i casi confermati e oltre 6,8 milioni le morti. Rispetto ai bollettini delle settimane passate sembra fermarsi la discesa dei contagi in Europa, con un -7 per cento contro i cali a due cifre sostenute degli ultimi report.