La pensione di vecchiaia non è una scorciatoia per ritirarsi prima dal lavoro, non contiene nessun sinonimo di anzianità ridotta, anzi tutt’altro e, dopo il 2026 ci sarà l’adeguamento in base all’aspettativa di vita ISTAT.

Di recente, nella vita degli italiani è stata introdotta una nuova formula pensionistica, orientata su un’uscita anticipata dal lavoro. Si può, dunque, affermare che i lavoratori possono anticipare l’uscita a 62 anni con 41 anni di contributi versati, di cui 35 anni effettivi.

Per qualcuno, con l’attuale ritocco ai requisiti della pensione, sarà difficile rientrare nelle condizioni poste in essere dalla normativa. Chi, invece, rientra in categorie fragili che danno l’accesso immediato alle formule agevolate, per ritirarsi dal lavoro, non deve aspettare la pensione di vecchiaia.

Questo, però, non vuol dire che esiste una categoria di lavoratori che resta esclusa da ogni possibilità pensionistica.

Anche se, per assurdo, sapere di dovere aspettare 67 anni di età per la pensione di vecchiaia, non è una cattiva notizia, se consideriamo che dal 2026 tale limite sarà rimodulato probabilmente il rialzo.

E, comunque, le scelte politiche future potrebbero non cambiare molto lo stato dei fatti, se non appesantire la vita dei lavoratori.

A ogni modo, per la pensione di vecchiaia non si deve tener conto solo dell’aspetto anagrafico, esiste anche un requisito contributivo a cui attenersi.

Pensione di vecchiaia 2023: a chi spetta?

L’Ente nazionale della previdenza sociale riconosce la prestazione economica previdenziale, a chi ha perfezionato i requisiti di età, di contribuzione e ha concluso il percorso lavorativo.

Nel leggere i requisiti disposti dalla normativa emerge che l’accesso alla pensione di vecchiaia viene garantito a tutti, anche se i requisiti non sono uguali per tutti. Tuttavia, cambiano i criteri in base dell’anzianità contributiva perfezionata al 31 dicembre 1995.

Chi è invalido può andare in pensione prima?

Per qualcuno che possiede un’invalidità nella misura dell’80 per cento si attivano i canali preferenziali dell’Ente, che permettono di ottenere l’accesso a una condizione pensionistica vantaggiosa.

Anche in questo caso, i requisiti per gli invalidi non sono uguali per tutti. Possono pensionarsi a 60 anni gli uomini, mentre le donne a 55 anni.

Per la decorrenza della pensione occorrere attendere una finestra mobile di 12 mesi.

Come sarà la pensione nel 2023?

L’Ente di previdenza nella circolare n.  35/2012, pone in rilievo il regime previdenziale di vecchiaia accessibile a 67 anni e 20 di contributi, ai lavoratori iscritti all’INPS, Casse professionali ed ex Inpdap.

Per il perfezionamento del montante contributivo vengono considerate l’anzianità contributiva accreditata o versata, rientrano: contributi figurativi, riscatto e regime di totalizzazione internazionale.

La norma considera valida la possibilità di cumulo dei contributi.

Nello stesso modo, per i lavoratori dipendenti richiede la cessazione del rapporto di lavoro. Questa regola, non viene applicata ai lavoratori autonomi, per cui è contemplata la continuità lavorativa insieme all’erogazione della pensione di vecchiaia.

Pensione di vecchiaia contributiva 2023: requisiti e condizioni

Non è possibile classificare tutti i lavoratori in un regime previdenziale, senza innescare delle variabili. In questo caso, la pensione di vecchiaia contributiva riguarda prettamente i lavoratori che possono far valere il primo accredito dopo la data del 1° gennaio 1996. Quindi, questo regime previdenziale esclude i lavoratori che nel sistema retributivo con contribuzione accreditata fino al 31 dicembre 1995.

Come abbiamo detto, i requisiti non sono uguali per tutti e cambiano anche le condizioni. Infatti, sono richiesti almeno 67 anni di età e 20 anni di contribuzione legati a una pensione uguale o superiore ad 1,5 volte il trattamento minimo.

Per il 2023 l’Ente di previdenza sociale eroga un assegno sociale pari a 503,27 euro mensili, per cui il valore della pensione di vecchiaia contributiva corrisponde a 750,90 euro al mese.

Per coloro che hanno raggiunto i 71 anni di età con almeno 5 anni di versamento non si applica la condizione prevista sull’assegno. Purtroppo, però, non è valida la contribuzione figurativa.