Nel mirino degli hacker russofili non finiscono soltanto le principali istituzioni, ma anche le ambasciate locali: una brutta sorpresa ha infatti accolto il Consolato degli Stati Uniti a Milano, sul cui profilo Twitter ufficiale è comparso un post nel quale si vede una bandiera ucraina che “nasconde” sotto di essa una bandiera con la svastica nazista.

Rispetto ad altri casi analoghi accaduti dall’invasione russa dell’Ucraina, questa volta l’hacker è uscito direttamente allo scoperto identificandosi come un cittadino di Kiev favorevole alla causa di Mosca. Nella didascalia si legge che “Sappiamo la verità”, seguito dall’emoji della bandiera italiana.

Un portavoce del Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, che ha sede in via Principe Amedeo (zona Porta Venezia), ha riconosciuto il problema, che è stato risolto nel giro di poche ore rimuovendo poi il post incriminato.

Attacco hacker al Consolato milanese degli Stati Uniti, post rimosso

Nel mio Paese d’origine (l’Ucraina, ndr), i soldati legano le persone ai pali e li denudano perché parlano russo. Questo va bene? Questo non è fascismo? Non è nazismo?”.

Così si legge nel proseguimento del messaggio dell’hacker che ha violato il profilo Twitter del Consolato degli Stati Uniti a Milano. Il post ha generato secondo gli esperti 143mila visualizzazioni e 3,5 mila “mi piace”.

Nel comunicato ufficiale dell’ambasciata la risposta all’intrusione informatica è netta:

Un anno dopo l’inizio del conflitto, il nostro impegno e l’impegno dei nostri alleati e partner nei confronti dell’Ucraina non ha vacillato e continueremo a sostenere per quanto sarà necessario l’Ucraina che combatte per difendere la sua indipendenza, la sua integrità ed i suoi valori democratici”.

L’attacco arriva inoltre a poche settimane dall’inaugurazione della mostra fotografica “Ucraina, storie di resistenza”, curata dal Consolato stesso in collaborazione con il Consolato ucraino e il Comune di Milano. Un altro episodio che attesta come i presidi nazionali all’estero siano presi sempre più di mira per lanciare messaggi simbolici e d’impatto.