Un caso di meningite a Bassano del Grappa in provincia di Vicenza. Un giovane di diciassette anni è stato ricoverato nella notte fra sabato e domenica dopo essere stato colpito da meningite da meningococco di tipo B. Il ragazzo è residente a Tezze sul Brenta, un comune del vicentino e in questo momento è ricoverato all’Ospedale San Bassiano con prognosi riservata. Il Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ulss 7 Pedemontana si è attivato immediatamente per ricostruire gli spostamenti del minorenne e ha distribuita una profilassi ai contatti più stretti, circa una sessantina di persone.

“La procedura codificata per affrontare questo tipo di emergenze ha dimostrato di funzionare bene” sottolinea il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana CarloBramezza. “I medici del Pronto soccorso e della Rianimazione sono stati abili nel porre subito il sospetto diagnostico, poi confermato con grande tempestività dal laboratorio analisi. E molto tempestivo è stato anche l’intervento del Sisp per l’attività di tracciamento dei contatti per la necessaria profilassi. Voglio quindi rassicurare i cittadini che non c’è motivo di allarme: chi potenzialmente è stato esposto al contagio è già stato contattato dagli operatori del Sisp o lo sarà nelle prossime ore”.

Meningite Bassano. Cosa è?

La Neisseria Meningitidis o Meningococco è un batterio che si trova piuttosto frequentemente in gola e nel naso; il 5-10% dei soggetti possono essere portatori asintomatici del batterio nel naso-faringe. Esistono tipi diversi (sierotipi) di questo germe, contraddistinti con le lettere dell’alfabeto e i più frequenti sono l’A, B, C, Y, W135. La trasmissione avviene da persona a persona attraverso le goccioline respiratorie o le secrezioni della gola di persone infette sane o malate.

In alcuni casi il meningococco raggiunge il sangue e, attraverso questo, altri organi, causando malattie invasive, in particolare la meningite (infiammazione grave delle membrane che avvolgono il cervello) o la sepsi (infezione diffusa nel sangue). Queste malattie sono sempre gravi e possono lasciare danni permanenti di tipo neurologico e comportamentale o portare alla morte in poche ore. Meno frequenti sono altre malattie meningococciche come la polmonite e la congiuntivite. La malattia colpisce in particolare i bambini di età inferiore ai 5 anni e soprattutto è più frequente nei bambini al di sotto dei due anni di vita. Un’altra fascia di età interessata, anche se con minor frequenza, è quella degli adolescenti e dei giovani adulti.

I casi in Italia

In Italia i vaccini contro il meningococco efficaci nei bambini piccoli sono da poco disponibili: dal 2008 è disponibile quello contro il ceppo C e dal 2014 quello contro il ceppo B. Negli ultimi anni, la malattia è in diminuzione, anche grazie alla vaccinazione contro il meningococco C; considerando tutti i ceppi, si sono registrati 187 casi nel 2009, 149 nel 2010 e 138 nel 2012. Nel 2010 si sono verificati in media 24 casi ogni 1.000.000 abitanti con un picco massimo nei bambini con meno di 1 anno d’età. Le classi di età più colpite sono state quella di 2-4 anni e quella dei 15-19 anni.

I casi in Europa

In Europa continuano a verificarsi casi di malattia invasiva da meningococco non essendo uniformemente diffusa la vaccinazione dei nuovi nati in tutti i paesi. I ceppi che prevalgono sono il tipo B e C. Nel 2011 in Europa sono stati riportati 4.121 casi, segnalati da 29 Paesi. Sono maggiormente colpite le fasce di età 0-4 anni seguite da 15-24 anni. I Paesi che hanno notificato un maggior numero di casi sono: Irlanda, Regno Unito, Malta. In Europa alcuni ceppi batterici mostrano un aumento della resistenza agli antibiotici.

I casi nel resto del mondo

Nel mondo, secondo l’OMS i tassi più elevati di malattia si registrano nella cosiddetta “cintura della meningite”, area che comprende i Paesi dell’Africa sub sahariana, dal Senegal all’Etiopia. In questi paesi prevalgono i ceppi A, C, W135. Nei Paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico (aumentano in inverno e primavera) e non sono frequenti i focolai epidemici. Sono state comunque registrate epidemie in Canada nel 1992-1993 e in Nuova Zelanda nel 2011.