Età Pupi Avati. Giuseppe Avati, noto con il nomignolo “Pupi”, figlio di un antiquario bolognese di origine calabrese e fratello maggiore di Antonio, sceneggiatore e produttore, nasce a Bologna il 3 novembre 1938.

Età Pupi Avati, dove vive

Pupi Avati ha 84 anni. Da circa cinquanta anni, come lui stesso ha raccontato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Pupi Avati abita insieme alla moglie nel centro di Roma, in un appartamento di 200mq vicino alla splendida Piazza di Spagna.

Vita privata

Pupi Avati è sposato con Amelia Turri, che viene chiamata dalle persone a lei più care Nicola. La donna, di origine emiliana proprio come il marito, è nata a Bologna. Si sono conosciuti da giovani e dopo poco tempo hanno compiuto il grande passo del matrimonio. I due hanno tre figli: Mariantonia (1966), oggi regista, Tommaso (1969), sceneggiatore, e Alvise (1971), animatore 3D. Non solo, in occasione del loro cinquantesimo anniversario di matrimonio la coppia ha deciso di “risposarsi”, rinnovando le promesse che li avevano uniti.

Biografia

Avati consegue una laurea in Scienze politiche presso l’Università degli Studi di Firenze. Dopo aver lavorato per qualche anno come rappresentante della Findus, vede  di Federico Fellini e comprende che quella del cinema è la sua vera strada.

In questo campo debutta direttamente come regista e sceneggiatore nel 1968, quando realizza l’horror Balsamus, l’uomo di Satana, cui segue due anni dopo un film dello stesso genere: Thomas e gli indemoniati. Per qualche anno rimane lontano dalla macchina da presa, ma intanto lavora ad alcune sceneggiature di altri registi, come Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini.

Nella seconda metà degli Anni ’70 gira La casa dalle finestre che ridono, prima opera di un filone definito “gotico padano” a causa del genere e dell’ambientazione cui le opere appartengono. A questo segue poi il grottesco Tutti defunti… tranne i morti, che suscita un certo successo di critica. Chiude il decennio con due produzioni televisive di stampo autobiografico, prima Jazz Band e poi Cinema.

Gli Anni ‘80 sono costellati da successi. Prima la commedia Una gita scolastica, poi il thriller-horror Zeder e ancora i drammi Impiegati e Regalo di Natale nonché Storia di ragazzi e di ragazze (1989). Anche gli Anni ’90 sono disseminati di opere di vario genere, dal thriller L’amico d’infanzia e l’horror L’arcano incantatore alle commedie Il testimone dello sposo e La via degli angeli.

Negli anni ’90 Avati pubblica alcuni libri che anticipano o talvolta seguono film omonimi. Ne sono esempio le pellicole sentimentali Il cuore altrove e Ma quando arrivano le ragazze, realizzate nei primi Anni 2000.

Appartengono a questa dimensione anche altre opere degli anni appena successivi. Nel 2007 realizza sia un libro che un film intitolati Il nascondiglio. Del biennio successivo sono poi da ricordare in tal senso Il papà di Giovanna e Gli amici del bar Margherita. Negli Anni 2010 fanno eccezione a questa regola il lungometraggio Il cuore grande delle ragazze e il romanzo Il ragazzo in soffitta, che restano confinati l’uno sullo schermo e l’altro sulla carta stampata.

Nel 2018 esce invece Il signor Diavolo, che l’anno successivo viene trasposto sul grande schermo. Il 2021 è l’anno di un altro fortunato adattamento, Lei mi parla ancora, stavolta tratto dal romanzo Lei mi parla ancora – Memorie edite e inedite di un farmacista di Giuseppe Sgarbi. L’anno successivo invece esce Dante, ispirato al Trattatello in laude di Dante di Boccaccio.