Elezioni Nigeria divisioni religiose. Oggi 25 febbraio si stanno teneno le elezioni in Nigeria, da sempre però le tornate elettorali sono state oggetto di scontri diplomatici, guerriglie fra popoli di diverse zone del paese, contestazioni dall’alto grado di pericolosità, e di tante altre situazioni che hanno portato i più volte come conseguenza la divisione. Tra stato e popolo, all’interno dei governi che si sono succeduti e fra tribù, alla fine quasi sempre per ragioni meramente religiose.

Elezioni Nigeria divisioni religiose

Se in ogni Nazione che si rispetti ci sono delle leggi e delle regole che sovrintendo su tutto e tutti purtroppo non è così in tante altri parti del mondo, infatti non è sempre la democrazia la forma di governo che vige nella vita quotidiana di tanti paesi, tutt’altro le realtà invase dalla dittatura sono tante come sono tante altre forme di governo.

In Nigeria per esempio che è una repubbilca federale, dove la figura del presidente coincide sia con quella del capo di Stato che con quella capo del governo, le diversità culturali (oltre 213 milioni di abitanti, decine di lingue, religioni ed etnie diverse) la fanno da padrone fino a decidere delle sorti del paese ridisegnando attraverso il proprio voto gli assetti geopolitici del paese.

Il grandissimo territorio nigeriano, lo dice la storia, se da una parte negli anni ha subito molti colpi di Stato, di stampo militaresco intenzionati ad imporre un governo dittatoriale, terminate alla fine sempre con cadute rovinose, dall’altra anche e soprattutto le frange religiose, quelle maggioritarie ovvero musulmane e cristiane, si alternano da parecchi anni a governare secondo una legge non scritta, basata sul principio della zonizzazione e decisa nell’ambito di accordi nati all’indomani della fine della guerra civile del Briafa circa un atentina di anni fa.

Elezioni Nigeria divisioni religiose: la zonizazzione (lo zoning)

Ma che cosìè la zonizzazione? Nient’altro è che un accordo informale volto a distribuire i poteri tra candidati cristiani e musulmani, del nord e del sud, ovvero il principo secondo il quale si prevede la rotazione delle principali cariche politiche tra persone di religioni e provenienze diverse.

Questo tipo di accordo vale anche per le elezione del presidente tant’è che dovrebbe essere in modo alternato dopo ogni fine mandato una volta musulmano per rispettare gli elettori provenienti dal nord e una avolta cristiano per rispettere gli elettori provenineti dalla parte sud del paese, così da evitare proteste e rivolte.

Oggi sabato 25 Febbraio però dopo anni in cui la forma di zonizzazione è diventata una consuetudine non scritta, potrebbe non essere confermata: dal momento in cui il presidente uscente Muhammadu Buhari, viene dal nord ed è musulmano, quest’anno dovrebbe essere eletto un presidente cristiano e del sud del paese, ma entrambi i candidati dei maggiori partiti Bola Tinubu e Atiku Abubakar sono tutti e due musulmani anche se provenienti uno dal nord e l’altro dal sud.

L’unica speranza che la zonizzazione venga ripettata è riosta nel terzo candidato, Peter Obi, cattolico e originario del Sud Est della Nigeria. Pur avendo i favori del pronostico non è detto che venga eletto, in Nigeria le elezioni fnzionano in questa maniera: per vincere le elezioni al primo turno il candidato oltre ad ottenere più voti rispetto agli sfidanti, deve ripotare almeno il 25 per cento delle preferenze in due terzi dei 36 stati del paese e nel territorio della capitale Abuja.

La nota stonata è che Peter Obi non ha grandi consensi in una decina di stati del nord del paese che tendenzialmente vota per esponenti come Abubakar e Tinubu, rappresentati di quelle aree particolari.

Se non dovesse arrivare l’affermazione politica di Obi, il venir meno del principio dello zoning rischierebbe seriamente di innescare una serie di proteste molto violente da parte di bande che non sopporterebbero l’idea di non vedere il proprio candidato del sud vincere.

E pensare che lo zoning era nato prorpio per evitare sommosse popolari!