I due giornalisti italiani bloccati a Kiev, Alfredo Bosco e Andrea Sceresini, si trovano ancora in Ucraina. La sospensione dei loro accrediti militari non permette loro di lavorare e l’atteso interrogatorio da parte dello SBU – i servizi di sicurezza di Kiev – non c’è stato. Probabilmente non ci sarà mai. Non sono stati ammessi alla conferenza tra Meloni e Zelensky perchè non graditi dalle autorità ucraine. Domani faranno ritorno in Italia.
Noi di TAG24 abbiamo intervistato Andrea Sceresini per aggiornarci sugli ultimi sviluppi.
Ci sono delle novità in merito alla vostra vicenda?
È venuta la Meloni, ha parlato con Zelensky. Peraltro c’eravamo accreditati per seguire la conferenza stampa ma poi ci hanno avvisato che non potevamo entrare perchè le autorità ucraine non volevano. L’ambasciata italiana ci ha detto di non entrare perchè per le autorità locali non eravamo graditi. Il fatto che non ci hanno fatto entrare è un segnale chiaro: non hanno intenzione di risolvere, è qualcosa di aggressivo. Dopo questa cosa qui abbiamo capito che c’era poco da insistere.
Ha detto qualcosa su di voi la Meloni?
La Meloni sul nostro caso non hanno detto nulla. Molti colleghi volevo intervenire ma le uniche domande che sono state fatte erano quelle in agenda. Sappiamo da fonti dell’ambasciata che Meloni ha parlato con Zelensky e lui ha detto che si interesserà al caso.
Cosa pensare di fare adesso?
Pensiamo di tornare in Italia domani. Stare qui così non ha senso, non stiamo lavorando. Non credo ci sarà mai l’interrogatorio da parte dello SBU, i servizi di sicurezza di Kiev. Alfredo inoltre ha il visto scaduto. Domani prendiamo il treno per Leopoli e poi l’aereo da Cracovia.
Cosa ha fatto la Farnesina finora?
Da quanto sappiamo hanno chiesto chiarimenti ma più di così non si può fare. Lo SBU fa quello che vuole, le nostre autorità non possono fare altro. Se finora non si è mosso nulla, è palese che la volontà è quella di farci uscire dal Paese. Se ci banneranno dal Paese, lo scopriremo domani. Se tutto questo è finalizzato a non farci lavorare qui, ci banneranno. La mia idea è che ci hanno bloccati perchè siamo stati dall’altra parte, nelle zone separatiste. Ci hanno fatto lavorare qui per mesi ma poi ci hanno bloccato. Hanno temporeggiato per buttarci fuori, cercando qualche appiglio, ma non c’è nulla. Non lo so se ci banneranno o meno. Garzillo non può entrare e qui ci ha lavorato molto, ha fatto un documentario.
Come state? Cosa fate durante il giorno?
Niente, stiamo qui in hotel facendo passeggiate. Ci hanno chiamato in tanti, in molti ci hanno fornito un appoggio. A livello psicologico è una situazione che accusi. Sei sempre sospettato di chissà cosa, dopo un po’ diventa pesante.
Scopriremo se ci ridaranno l’accredito. L’accredito per ora è stato sospeso: o ce lo ridanno, o ce lo annullano o rimarrà sospeso in eterno. Non c’è nulla di certo. Questa è una situazione che riguarda tutti, non solo me e Alfredo.