Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha rilasciato un’intervista a tutto tondo a Il Giornale e ha toccato le questioni più importanti che riguardano il suo Dicastero e le sue funzioni: immigrazione illegale e 41 bis. Sul tema degli sbarchi degli immigrati che arrivano prettamente dalla Libia e dalla Tunisia ha spiegato grazie all’impegno del Governo Meloni gli arrivi sono diminuiti anche se, ha sottolineato, restano numerosi:

Libia e Tunisia hanno fermato oltre 21mila migranti grazie alla nostra cooperazione. Si tratta di un risultato importante perché sono numeri che si sarebbero aggiunti a quelli delle persone che sono riuscite a sfuggire ai controlli arrivando sulle nostre coste”.

E riferendosi al rischio di possibili infiltrazioni di estremismo fra i migranti, Piantedosi ha detto che “non bisogna fare allarmismi. Le forze dell’ordine hanno dimostrato in molteplici occasioni di saper individuare le persone ‘a rischio’ al momento dell’ingresso sul territorio nazionale, assoggettandole alle conseguenze di legge”.

Piantedosi ha poi ribadito che una delle priorità del Governo, fin dal suo insediamento, è il contrasto all’immigrazione irregolare:

“Il primo risultato tangibile  è che dopo anni di sottovalutazione del fenomeno migratorio, lo stesso è ritornato al centro della discussione critica dell’Ue. Questo è avvenuto per merito soprattutto del presidente Meloni. E’ un programma ambizioso che comporta azioni di lungo periodo che non possono essere giudicate dopo solo 4 mesi di impegno di questo governo, che pure qualche risultato tangibile su questo fronte ha cominciato a farlo intravedere”.

Piantedosi, sbarchi e 41 bis

Il giornalista de Il Giornale Gabriele Barberis, autore dell’articolo, ha poi chiesto al Ministro come prenderebbe la possibile decisione della Cassazione di revocare il 41 bis all’anarchico Cospito. La risposta:

Con il massimo rispetto di qualsiasi decisione che verrà assunta da chi di competenza. In una democrazia compiuta le decisioni amministrative e giudiziarie si impugnano e si appellano nelle sedi competenti, non nelle piazze o minacciando le istituzioni”.

E sulla possibilità che le minacce anarchiche siano una strategia per fare pressing sulla magistratura o la punta dell’iceberg di un ritorno alla stagione eversiva di ritorsione, Piantedosi ha detto:

“Sicuramente la prima. Quanto alla seconda, l’Italia ha già dimostrato negli anni di essere un Paese attrezzato per la difesa dei cittadini e delle istituzioni repubblicane”.

Domani, venerdì 24 febbraio, è prevista la decisione della Cassazione sul ricorso presentato dai legali di Cospito. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il 9 febbraio ha respinto la richiesta di revoca del regime speciale presentata dall’avvocato di Cospito.