In Cisgiordania è un’altra giornata di scontri tra milizie palestinesi e l’esercito di Israele. A Nablus un raid militare innescato dalle forze di Gerusalemme ha ucciso 9 persone, tra cui due civili, e provocato oltre 100 feriti secondo le autorità della zona.

Lo scontro a fuoco pare avesse come obiettivo un edificio nel cuore della città, possibile luogo chiave in cui risiedevano alcuni membri di alto rango della piramide palestinese. L’esercito israeliano ha confermato in precedenza che le sue truppe stavano operando a Nablus già da diverse settimane.

Nel dettaglio è stata colpita l’area del mercato, vittime un 72enne e un ragazzo di soli 14 anni. 6 i feriti gravi ricoverati in condizioni gravi nell’ospedale della città.

Scontri in Cisgiordania a Nablus, 68 vittime in meno di due mesi

Con grande onestà, si fatica a vedere uno spiraglio di ottimismo nel difficile rapporto da “vicini di casa” tra Israele e palestinesi in Cisgiordania: il blitz a Nablus è l’ultimo di una serie di scontri che hanno generato un’escalation di violenza nella quale a pagare il prezzo più alto sono anche vittime innocenti.

Nel piccolo centro di Nablus, così come a Jenin, l’esercito del premier Netanyahu ha avviato una raffica di perquisizioni a tappeto per rispondere ad alcuni attacchi avvenuti a Gerusalemme (i quali a loro volta rappresentavano una vendetta per torti precedenti).

I numeri dell’agguato odierno sono costantemente in aggiornamento e potrebbero ulteriormente aggravarsi, sulla base delle condizioni dei feriti. Nel mirino alcuni membri vicini all’Isis, che hanno scatenato una guerriglia urbana in cui civili palestinesi avrebbero lanciato pietre e sassi contro i camion dell’esercito israeliano.

Si aggiorna dunque il tragico numero di vittime da inizio 2023, che sale a 68. 57 di essi sono palestinesi, i restanti 11 israeliani.

“Condanniamo l’incursione dell’occupazione a Nablus e chiediamo di porre fine ai continui attacchi contro il nostro popolo“, questa la dichiarazione a mezzo stampa di Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas. Da valutare anche la posizione del gruppo di Hamas, attivo a sud vicino alla striscia di Gaza.