Negli ultimi tre anni, malgrado la pandemia, il numero delle startup rosa è incrementato. Secondo i dati di Infocamere, il 13,6% delle imprese innovative sono al femminile: società capitali, imprese di specializzazione dello sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi ad altro valore tecnologico. Queste imprese rappresentano una parte significativa dell’ecosistema dell’innovazione italiano e si collocano per quasi 70% nel settore dei servizi, con particolare attenzione alla produzione di software e alla consulenza informatica.

La propensione delle donne ad aprirsi a sfide imprenditoriali è un fattore positivo, afferma Andrea Prete (presidente di Unioncamere), l’innovazione rosa riguarda soprattutto la Lombardia con 450 imprese, il Lazio che ne conta 263, la Campania 204 e l’Emilia-Romagna dove troviamo 143 start- up.

Chitè Milano: startup rosa di lingerie 100% Made in Italy

Chiara Marconi e Federica Tiranti le due fondatrici si rivolgono a tutte coloro che non si ritrovano nell’offerta di intimo sul mercato e cercano un prodotto di qualità che si adatti al proprio corpo. L’innovazione tech permette a Chitè di rispondere a quest’esigenza, offrendo lingerie slow couture di alto livello ma in modo tutto nuovo. L’utente, infatti, può personalizzare i modelli inserendo le proprie misure all’interno di una piattaforma online 3D. A realizzarli saranno corsettiste italiane che lavorano nel distretto piemontese; una scelta che ha anche l’obiettivo di sostenere questa professione che sta per scomparire. I materiali sono certificati e la seta è sostituita dal raso di poliestere, così da non dover ricorrere ad approvvigionamenti dall’estero.

Fili Pari: startup rosa innovativa del tessuto

L’attività estrattiva e la moda, la solidità del marmo e la leggerezza del tessuto. Due mondi apparentemente agli antipodi. A farli incontrare è Fili Pari, ideata da Francesca Pievani e Alice Zantedeschi. A partire dalla polvere di marmo ricavata dagli scarti dell’attività estrattiva, questa startup al femminile ha brevettato Marm more, un microfilm con cui vengono trattati i tessuti, rendendoli impermeabili, antivento e traspiranti, resistenti all’abrasione e alle fiamme. Un materiale decisamente non convenzionale per il tessile, da utilizzare nella creazione di capi etici e versatili che rispettano i principi dell’economia circolare, trasformando gli scarti in opportunità. Per portare alla sua massima espressione questo principio, è stata lanciata anche una collezione in nylon riciclato. La colorazione dei capi è naturale e deriva dal tipo di marmo tagliato in cava, che può essere bianco, nero, verde o rosa.

Orange Fiber: startup rosa che ricava tessuti sostenibili dalle arance

Gli scarti delle arance dell’industria alimentare vengono trasformati in cellulosa, poi filati e tessuti per dare vita a creazioni di moda dall’animo sostenibile grazie a un processo brevettato da Orange Fiber, startup al femminile guidata da Enrica Arena. La scelta di Catania come sede dell’azienda e dello stabilimento produttivo, così come la forte caratterizzazione identitaria della materia prima di partenza, gli agrumi, danno conto del radicamento nel territorio della startup e della sua founder. Il processo è un esempio da manuale di upcycling, cioè di valorizzazione di quelle risorse che la vecchia economia lineare considererebbe soltanto come rifiuti da smaltire. Non solo. Per le case di moda, il tessuto a base di arance diventa un valido sostituto rispetto alle fibre sintetiche, prodotte a partire dai combustibili fossili.

Hacking Talents: la startup rosa che sviluppa talenti

Hacking Talents è stata fondata a dicembre 2021 da Federica Pasini, Teresa Baldini e Nadia Lorini. Lavora in ambito risorse umane proprio per supportare le persone che stanno definendo (o ridefinendo) la propria vita professionale. Questo avviene attraverso un ecosistema che mette in connessione il professionista e le aziende, sulla base di valori quali collaborazione, gentilezza e scambio intergenerazionale. La differenza rispetto alle comuni piattaforme di recruiting sta nel fatto che Hacking Talents utilizza la tecnologia per indirizzare i talenti nella direzione giusta. A partire da un test di autovalutazione delle proprie competenze e attitudini, l’utente può accedere a percorsi formativi ad hoc su diversi temi (leadership, personal branding, imprenditoria, digitale, transitional coaching), tenuti dai partner della piattaforma.

Anna Bonapersona