Un gruppo di ricerca ha avanzato una curiosa soluzione per combattere il surriscaldamento globale: utilizzare la polvere di luna per deviare la luce solare e raffreddare leggermente la Terra, contrastando gli effetti dei cambiamenti climatici. È una delle proposte di geoingegneria solare pubblicate negli ultimi anni dagli scienziati, una sorta di “ultima spiaggia” qualora i necessari tagli alle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra non venissero fatti. Gli autori di questi studi, sottolineano che tali progetti non devono
essere considerati come un’alternativa all’abbandono dei combustibili fossili, ma una soluzione estrema, al massimo complementare, per attenuare le catastrofiche conseguenze del riscaldamento globale.

Polvere lunare contro cambiamenti climatici, come viene usata?

Gli autori della proposta sono degli scienziati dell’Università dello Utah che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’Osservatorio Astrofisico Smithsonian di Cambridge. Ma come userebbero la polvere Lunare? I ricercatori, coordinati dal professor Benjamin C. Bromley, docente di astrofisica teorica presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia di Salt Lake City, hanno indicato che dovrebbero essere estratte milioni di tonnellate di polvere sul satellite della Terra, setacciate per ottenere i granuli delle dimensioni corrette e sparate attraverso un apposito dispositivo balistico nello spazio, come ad esempio un cannone elettromagnetico. Gli studiosi hanno infatti determinato “che i granelli naturali di polvere lunare hanno le dimensioni e la composizione giuste per disperdere in modo efficiente la luce solare lontano dalla Terra” e, secondo i calcoli degli esperti, l’attenuazione della radiazione solare che si otterrebbe con questo “scudo di regolite” sarebbe dell’1,8 percento, pari a 6 giorni interi di Sole completamente oscurato nell’arco di un anno.

I pro e i contro

Come qualsiasi cosa, anche questa proposta ha i suoi pro e i suoi contro. Dare alla Terra questo scudo, permetterebbe di ridurre di un poco la “febbre” della Terra, ma come indicato non sarebbe affatto una soluzione alternativa al taglio delle emissioni, che resta
assolutamente fondamentale. D’altro canto, tratterebbe comunque di una missione molto costosa e complessa, per la necessità di inviare sulla Luna i macchinari per estrarre la regolite e il cannone per spararla nello spazio. Molto probabilmente servirebbe anche una stazione spaziale lunare per monitorare lo schermo di polvere.

Giulia Sacchi