Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto ufficialmente in videocollegamento la Conferenza sulla Sicurezza in corso a Monaco di Baviera.

Noi tutti siamo sosteniamo mondo libero, ma per riuscirci non ci sono molte alternative: dobbiamo vincere contro Golia.

Il leader di Kiev continua dunque la sua roadmap istituzionale al fianco dell’Unione Europea, particolarmente intensa a una settimana esatta dall’anniversario della guerra in Ucraina. Nonostante la situazione per il Paese sia particolarmente complessa, specialmente in Donbass, Zelensky non perde la speranza e afferma deciso che “il Golia russo – con un riferimento implicito a Vladimir Putin – si avvia verso la sconfitta“.

Il messaggio che Zelensky vuole trasmettere durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco è pressoché evidente: essere più uniti e compatti che mai, perché se la Russia vincerà allora potrà rivalersi anche su altri Stati.

Il Cremlino può distruggere la pace di tutti i Paesi presenti: ogni decisione ritardata aumenta il vantaggio degli aggressori

E se una settimana addietro era l’Europa che consolava il leader ucraino mentre si apprestava a inaugurare il Consiglio Ue, oggi è nuovamente il capo supremo di Kiev a trainare in maniera ottimistica l’intera coalizione occidentale.

Possiamo farcela, tutti insieme, per garantire l’assenza di alternativa alla nostra vittoria, come Ucraina e come Europa

Conferenza Sicurezza a Monaco, il programma fino a domenica

La Conferenza sulla Sicurezza in programma a Monaco di Baviera, appuntamento tradizionale che nel 2022 precedette di pochi giorni l’escalation militare, si protrarrà fino a domenica 19 febbraio. Assenti per motivi diplomatici le delegazioni di Russia e Iran.

Naturalmente, come lecito attendersi, la guerra in Ucraina sarà il nocciolo della questione. Alla presenza di Olaf Scholz, il cancelliere tedesco che ha fatto gli onori di casa, ad aprire il dibattito e i lavori è stato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorious con una breve conferenza stampa. Il passaggio saliente delle sue parole è relativo all’invio di carri armati Leopard 2 che, a suo dire, “arriveranno a Kiev entro fine marzo”.

Ma le tensioni mondiali non riguardano solo l’Europa bensì anche l’asse tra Pechino e Washington, ulteriormente messo alla prova dalla diatriba sui palloni aerostatici. Molto folta la delegazione americana, che mette in campo i suoi assi nella manica, mentre dal Dragone è in arrivo esclusivamente l’alto diplomatico Wang Yi.