A Pesaro la Guardia di Finanza sta indagando sull’attività di una broker assicurativa con l’accusa di truffa per aver fatto stipulare ai suoi clienti polizze vita inesistenti.

La responsabile della compagnia di broker assicurativa, una donna di 57 anni, è stata condotta in caserma per un interrogatorio nelle indagini preliminari che la vedono accusata di truffa aggravata.

L’inchiesta è nata dalla presentazione di numerose denunce a suo carico che contestavano almeno dieci casi legati a stipule di polizze false.

L’indagata avrebbe inoltre manomesso alcuni documenti ufficiali al fine di persuadere i clienti della bontà delle polizze di cui si faceva intermediaria. In un caso la donna avrebbe richiesto ad un cliente una somma pari a 20 mila euro al fine di incrementare il premio di assicurazione sulla vita attraverso opportuni certificati falsificati che mostravano l’aumento del valore della polizza.

Tutte le vittime del presunto raggiro risiedono nella provincia di Pesaro e tutti erano completamente ignari della truffa al momento della stipula dei contratti.

Gli accertamenti seguenti alle numerose querele presentate avevano fatto emergere che in una circostanza la broker aveva richiesto il pagamento di 40 mila euro attraverso un assegno senza però generare alcuna polizza assicurativa nei confronti del cliente.

In media ogni operazione avrebbe fruttato circa 20 mila euro, ma c’è anche chi ha erogato 60 mila euro. Complessivamente le Fiamme Gialle hanno individuato una decina di transazioni a pagamento di polizze inesistenti per un valore di 150 mila euro.

Come ricevuta dalla sottoscrizione del contratto la donna forniva documentazione artefatta ad arte che in un primo momento non ha destato alcun sospetto da parte dei contraenti. La broker inoltre esigeva i pagamenti sotto forma di assegno bancario invitando i clienti a lasciare in bianco il nominativo del destinatario del compenso. Gli agenti per tale motivo sospettano che nell’attività illecita fossero coinvolti anche altri soggetti in qualità di prestanome al momento dell’incasso della somma.   

La donna, rappresentata dall’avvocatessa Silvia Pierini, è quindi accusata di truffa aggravata per aver causato un danno patrimoniale di rilevante gravità e di abuso di relazioni d’ufficio.

Nell’interrogatorio avrebbe fornito la sua versione dei fatti contestati e alcune spiegazioni. Gli ulteriori accertamenti dovranno chiarire la destinazione finale dei soldi ricevuti attraverso gli assegni. La donna, attraverso il suo legale, cercherà di patteggiare la pena, quindi ammettendo la propria colpevolezza nella vicenda.

Pesaro truffa polizze inesistenti: episodi anche in provincia di Ancona

Ad Osimo, in provincia di Ancona, la Guardia di Finanza ha scoperto un giro di truffa di una promotrice finanziaria. Le vittime del raggiro sarebbero una ventina e in totale i militari hanno stimato un valore di 3 milioni di euro sottratti illecitamente ai clienti.

Le prime segnalazioni risalgono al 2018 con la denuncia di alcune persone, imprenditori ma anche liberi professionisti, che hanno portato all’attenzione delle forze dell’ordine l’attività illecita della compagnia di investimenti finanziari. Addirittura in un caso, un singolo cliente avrebbe creduto di investire un milione di euro.

Somma poi svanita nel nulla. La broker avrebbe anche truffato piccoli privati, che le avevano affidato i risparmi di una vita credendo di ottenerne un profitto bancario. La donna infatti tempo addietro lavorava come promotrice finanziaria in un istituto di credito e qui avrebbe stretto rapporti di fiducia con i clienti poi truffati.

Le accuse sui pagamenti e trasferimenti sono ancora da confermare. È opinione degli inquirenti che l’indagata avrebbe spostato parte del denaro su altri conti correnti o in una società multi-level, aprendo posizioni online all’insaputa dei clienti. Da qui avrebbe poi gestito a proprio piacimento la somma.

Le prime denunce erano arrivate quando alcuni clienti avevano richiesto l’interruzione dell’investimento e la restituzione della somma rimanente. Ma in nessun caso la donna avrebbe sbloccato i liquidi dai presunti investimenti compiuti.

Le vittime sono rappresentate dallo studio legale Bonci, dagli avvocati Marina Magistrelli, Cristian Giampieri e Alessandro Antonelli.