Peggiorano le condizioni di salute del detenuto Matteo Messina Denaro, il boss mafioso, legato a Cosa nostra arrestato all’inizio dell’anno dopo oltre 30 anni di latitanza.

Condizioni di salute critiche per Messina Denaro

L’avvocato Lorenza Guttadauro, legale di fiducia e nipote del boss, ha dichiarato ai giornalisti:

“Le sue condizioni sono molto gravi. Non credo che la cella possa essere paragonata ad un ambulatorio medico. Non so se lo stanno curando bene”.

Ha osservato la Guttadauro dopo aver coadiuvato al primo interrogatorio, avvenuto nel carcere de L’Aquila il 13 febbraio. In questo incontro però il procuratore Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido avevano invece trovato il detenuto “lucido, sereno e con tutte le cure necessarie”.

Le condizioni del boss prima dell’arresto

Al momento dell’arresto Messina Denaro era stato trovato ‘in buona salute’ e ciò aveva reso possibile l’attuazione del 41 bis, il totem dei giustizialisti. Un carcere duro per uno dei capi di Cosa nostra, catturato a 60anni e affetto da un tumore al colon (operato due volte) e con metastasi epatiche. Una condizione clinica che secondo esperti potrebbe alterare anche la personalità del paziente detenuto.

Intanto, nel suo primo interrogatorio in carcere Matteo Messina Denaro non ha scelto il silenzio. Per oltre un’ora ha risposto alle domande del procuratore De Lucia e dell’aggiunto Guido, che erano arrivati da Palermo per interrogare il boss arrestato il 16 gennaio alla clinica La Maddalena. Dal confronto col boss non sembra siano arrivati contributi significativi per l’inchiesta. Tanto è vero che tutto si è risolto in poco tempo e il verbale non è stato neppure secretato. 

Accuse rivolte a Messina Denaro

Gli inquirenti hanno formulato nuove contestazioni al capomafia di Castelvetrano, che oltre ad essere condannato in via definitiva e imputato in due processi ancora pendenti tra Palermo e Caltanissetta è indagato per nuovi reati. Questi sono emersi durante questo primo mese di accertamenti dopo la sua cattura, avvenuta il 16 gennaio scorso dopo 30 anni di latitanza.