La regina consorte Camilla è risultata positiva al test per il Covid-19. Lo ha reso noto Buckingham Palace, spiegando come la regina, che ha sintomi influenzali, ha dovuto cancellare i suoi impegni in agenda che prevedevano una visita alla Elmhurst Ballet School di Edgbaston, Birmingham, e ad una biblioteca a Telford. Camilla aveva già contratto il Covid all’inizio dello scorso anno. La notizia ha subito fatto scattare l’allarme circa un possibile contagio del re. I coniugi sono infatti stati allontanati in due ali diverse di Buckingham Palace e da domani anche re Carlo III si sottoporrà a indagini quotidiane per scoprire se ha contratto lo stesso virus.

A maggio l’incoronazione

La data fissata per l’incoronazione di Carlo e Camilla è fissata per sabato 6 maggio. “La cerimonia rifletterà il ruolo del monarca oggi e guarderà al futuro, pur rimanendo radicata nelle antiche tradizioni e nello sfarzo” ha spiegato Buckingham Palace. La volontà del re è quella di riuscire a fondere l’eredità morale lasciata dalla regina Elisabetta con l’avvenire tutto da scrivere, nel segno della concretezza, dell’inclusione e del rafforzamento dell’identità britannica. L’operazione “Golden Orb”, ovvero l’organizzazione della cerimonia d’incoronazione di Carlo III, ha proprio questa missione: creare la perfetta sintesi fra tradizione e modernità, tra sfarzo e sobrietà.

la funzione religiosa si svolgerà a Westminster Abbey, sarà officiata dall’Arcivescovo di Canterbury e Carlo, assumendo ufficialmente il ruolo di re e difensore della religione verrà unto con l’olio sacro. Per l’unzione l’Arcivescovo utilizzerà l’ampolla a forma di aquila reale, che fa parte del Tesoro della Corona e venne realizzata per l’incoronazione di Carlo II, nel 1661. Assisteremo alla consueta “Processione del Re”, che porterà Carlo e Camilla a Westminster e alla “Processione dell’Incoronazione”, a cui si unirà il resto della royal family e che tornerà a Buckingham Palace, in attesa di vedere i nuovi sovrani affacciarsi dal balcone. Poi partirà la celebrazione con circa due

La curiosità ruota intorno alla presenza di Harry e Meghan Markle. Secondo il Sun si presume che i duchi di Sussex saranno fra i duemila invitati alla cerimonia, malgrado il timore che la loro stessa presenza possa rubare la scena al sovrano. E, soprattutto, malgrado i risentimenti e le asperità fra la coppia e la famiglia reale che durano da anni, le accuse di razzismo, la scelta di rinunciare ai doveri reali e di vivere in America, le incursioni su Netflix e, ultima in ordine di tempo, l’autobiografia di Harry, “Spare” con un grappolo di amare rivelazioni, come le litigate con il fratello William. Senza dimenticare che lo stesso giorno, Archie, primogenito di Harry e Meghan, compie 4 anni e potrebbe essere un valido motivo per disertare.

Nel frattempo bisogna fare i conti anche con le voci di una crisi e di una conseguente separazione della coppia si fanno sempre più insistenti. Secondi i beninformati di Buckingham Palace, il re Carlo III farebbe in modo di agevolare l’uscita della Markle dall’orbita della casa reale con una buonuscita da 50 milioni di sterline. Fatto quello il piano prevede di riportare Harry a Londra. Ma bisogna vedere cosa pensa di tutto questo la duchessa, che invece di accettare potrebbe attaccare ulteriormente con l’autobiografia che minaccia di prossima uscita.

Pericolo Royal Stalker

Si avvicina il 6 maggio, data scelta per l’incoronazione di Re Carlo III, i preparativi fervono e le misure di sicurezza si innalzano. Fonti di Palazzo riferiscono che saranno molto più elevate rispetto a quelle immaginate. Il motivo è legato al fenomeno dei cosiddetti Royal stalker. Le autorità hanno spiegato che si tratta di individui, con evidenti disturbi mentali, convinti di essere discendenti di sovrani e regine. Sarebbero 170 i sospettati, e molti di loro avrebbero già messo in atto campagne per avanzare pretese al trono. Lettere intimidatorie indirizzate a Carlo sono giunte a Buckingham Palace, i Royal stalker minacciano di creare problemi nel giorno del grande evento per tutta la Gran Bretagna. Ecco perché il numero degli agenti di polizia sarà notevolmente aumentato.