Anche il Parlamento Ue conferma la possibile svolta “green nelle case in Europa: entro il 2030 tutte le abitazioni residenziali, fatte alcune eccezioni, dovranno raggiungere la classe energetica “E”, mentre la “D” andrà raggiunta entro il 2033. Il benestare alla revisione della direttiva è arrivato direttamente dalla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia dell’Europarlamento.

Le eccezioni, nel concreto, riguardano case vacanza, palazzi storici protetti, chiese e abitazioni indipendenti dalle dimensioni inferiori ai 50 metri quadrati.

L’obiettivo della nuova disposizione è quello di rivedere le performance energetiche degli edifici, trasformandoli in case più sostenibili e riducendo parametri quali le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia, allo scopo di rendere gli edifici climaticamente neutri entro il 2050. Per il via libera finale alla proposta manca ora il voto in plenaria durante la sessione di marzo, quando andrà al negoziato con le altre istituzioni europee. Bisognerà poi trovare una definizione univoca di classe “D”, ancora non comune in tutta l’Ue.

Case green in Europa, la situazione italiana: 74% delle abitazioni in classe energetica inferiore alla “D”

Appaiono enormi le differenze tra i patrimoni immobiliari dei 27 Paesi interessati dalla direttiva, che presto potrebbero essere chiamati a correre ai ripari. Per l’Italia, ad esempio, si tratterebbe di un impegno importante, come confermato dal presidente di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, Gilberto Dialuce: al nostro Paese sarebbe necessario “uno sforzo notevole” per portare a compimento gli obiettivi in tempo.

Secondo le stime Enea, infatti, il 74% delle abitazioni italiane, circa 11 milioni di case, sarebbe attualmente in classe energetica inferiore alla “D”. Il tutto nonostante i lavori fatti sotto la spinta del Superbonus, che hanno interessato 290.000 unità abitative: ancora troppo poco per risolvere il problema entro il 2033.

La replica del governo italiano al Parlamento Ue sulle case green: “Non si possono imporre lavori onerosi”

In più occasioni il governo Meloni si è dimostrato scettico sul tema delle case green paventato dal Parlamento Ue. Occorre tener conto delle “peculiarità” italiane da difendere: questo il monito dell’esecutivo nelle parole del ministro per Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e PNNR Raffaele Fitto al convegno “Le politiche europee sull’immobiliare allargato”. Fitto ha anche annunciato che l’Italia è pronta a proporre il proprio piano e a predisporre un percorso.

Il diktat di Matteo Salvini è di “aiutare e sostenere senza obbligare e senza penalizzare, perché altrimenti la direttiva che l’Europa vorrebbe imporre sulla testa delle famiglie italiane è una patrimoniale”. Gli fa eco il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Non si possono imporre onerosi lavori ai privati.