Sembrerebbero non preoccupare, al momento, le condizioni di salute di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto in regime di 41 bis in sciopero della fame da oltre 100 giorni per protestare contro il “carcere duro”. Se il suo quadro clinico dovesse peggiorare, visto l’incessante dimagrimento, i medici che lo seguono nel carcere di Opera, a Milano, dovrebbero però ricorrere al cosiddetto “piano Omega”, già utilizzato in passato per i mafiosi Riina e Provenzano. Vediamo di cosa si tratta.

Alfredo Cospito piano Omega per il ricovero: in cosa consiste

Pur non mangiando da ormai 110 giorni, assumendo solo liquidi, zucchero e sale, Alfredo Cospito non desterebbe, almeno per il momento, preoccupazioni: secondo quanto dichiarato da Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, dove il detenuto è stato trasferito dal carcere di Sassari, egli sarebbe infatti lucido. Le sue condizioni di salute sarebbero quindi stabili, nonostante l’incessante dimagrimento; ma, se dovessero peggiorare, si ricorrerebbe al cosiddetto “piano Omega”, come in gergo viene chiamato il programma per il trasferimento di un detenuto sottoposto al regime di 41 bis nella struttura ospedaliera più vicina, nel caso di Cospito l’Ospedale San Paolo, a otto chilometri dal carcere di Opera, dove ci sono delle stanze per chi è in regime di carcere duro.

Una scorta è già pronta a partire, 24 ore su 24: in caso di via libera, la bonifica del percorso sarebbe affidata a polizia e carabinieri, che si attiverebbero pochi minuti prima, per far sì che il detenuto possa essere trasportato in sicurezza presso l’ospedale. Lì si procederebbe con il ricovero e le cure salvavita, compresa l’alimentazione forzata, che però avrebbe bisogno dell’ok dei medici che seguono il detenuto e del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Si attiverebbe, infatti, la procedura per il Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso). A parlarne è il Corriere della Sera, che spiega che, anche se il detenuto ha firmato un documento in cui afferma di non voler essere alimentato in maniera forzata, in caso di mancamento, malore o altre patologie gravi, lo Stato sarebbe comunque chiamato a intervenire, perché “ha il dovere di tutelare la salute del detenuto. Anche contro la sua volontà”.

Per il legale di Cospito non c’è più tempo: l’appello al ministro Nordio

Non si mostra ottimista l’avvocato Flavio Rossi Albertini, che si occupa della difesa di Cospito. Il legale ha fatto infatti sapere, nel corso di un’intervista a Repubblica, che se il ministro della Giustizia, Carlo Nordio non prenderà per tempo una decisione sulla richiesta dell’anarchico di porre fine al suo regime carcerario di 41 bis, Cospito “morirà”. Nordio, del resto, avrebbe già ricevuto il parere della Direzione nazionale antimafia, della Direzione distrettuale antimafia di Torino e del procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo: la prima ritiene che non sia strettamente necessario mantenere il 41 bis per l’anarchico, che con i dovuti controlli potrebbe tornare al regime di alta sicurezza; Saluzzo invece si è detto contrario a revocare la misura.

A meno di due settimane dalla scadenza, il 24 febbraio, la Cassazione si dovrà pronunciare sul ricorso alla decisione del tribunale di sorveglianza che aveva confermato il 41 bis per Cospito. Rossi Albertini chiede che sia Nordio a decidere prima ancora della Cassazione, che si riunirà quando potrebbe essere già troppo tardi. “Sono un osservatore di quello che sta avvenendo e vedo una vicenda straziante, anche per l’evidente sproporzione tra i reati di Cospito e la sua pena. Chiunque si fermi a guardare la situazione si rende conto che Cospito ha subìto una condanna più grave di quelle per la strage di Capaci, per la strage di Bologna, o per piazza Fontana. Cospito avrà anche mandato dei messaggi, ma ci sono strumenti più adeguati per punirlo”, ha detto l’avvocato. Come lui la pensano le centinaia di manifestanti che in tutta Italia stanno mostrando vicinanza all’anarchico.