Netflix blocco condivisione smentita. Giorni fa Netflix ha pubblicato le nuove regole sulla condivisione degli account, con una netta svolta verso il blocco della condivisione delle password. Oggi il colosso dello streaming sembra fare un passo indietro dichiarando che le restrizioni sarebbero state pubblicate per errore. La società di Scotts Valley, infatti, ha da poco specificato che che le nuove linee guida, ancora in fase di sperimentazione in Cile, Perù e Costa Rica e pubblicate sulle pagine del centro assistenza di altre nazioni a quanto pare, non sarebbero interessate a questa “rivoluzione”, almeno per il momento.

Netflix blocco condivisione smentita, il colosso assicura: è stato un errore già corretto e aggiornato

“Ieri – si legge in una nota diffusa da Netflix – per un breve periodo, un articolo del centro assistenza contenente informazioni applicabili solo a Cile, Costa Rica e Perù è stato pubblicato in altri paesi”. “Adesso lo abbiamo corretto e aggiornato”. Tra le modifiche annunciate, al momento ‘smentite’, c’è o almeno c’era una funzione che consentirebbe agli utenti di aggiungere account secondari per un massimo di due persone non conviventi, che mira essenzialmente a monetizzare il modo in cui gli abbonati condividono le password da anni. Il dietrofront della società però potrebbe avere vita breve, perché ormai appare evidente l’operazione che la società dalla ‘N rossa’, sta facendo per arrivare al suo prossimo obiettivo dichiarato, ovvero il giro di vite sulla condivisione degli account fra più persone. A dicembre, l’Intellectual Property Office ha chiarito che chi condivide password potrebbe effettivamente violare la legge sul copyright, tuttavia spetta agli stessi servizi di streaming farla rispettare. Netflix, sede di spettacoli come The Crown , Squid Game e Stranger Things , ha affermato che una pagina in cui venivano date spiegazioni e informazioni sulla “condivisione a pagamento”, in arrivo in paesi diversi rispetto a quelli in cui invece è stata diffusa, è stata pubblicata per errore nei posti sbagliati e “per un breve periodo” e da allora è stata rimossa.

Netflix smentisce il blocco della condivisione, ma c’è chi pensa che le regole fossero troppo circostanziate per non essere reali

Le informazioni divulgate, seppur a causa di una svista, sono molto precise e circostanziate e sono basate su protocolli tecnici molto dettagliati che includono il riconoscimento dell’IP per l’individuazione del cosiddetto “nucleo domestico”, il blocco dei device che si collegano al di fuori della “posizione principale” e la possibilità di verificare con una procedura ad hoc, i device che possono accedere al catalogo digitale collegato a un preciso account. Per imporre la limitazione, Netflix vuole che la piattaforma giri su dispositivi che utilizzano un account definito e verificato, definito come affidabile. E perché ciò avvenga deve essere utilizzato regolarmente con la connessione personale domestica, così per poter risalire all’indirizzo preciso di chi sta utilizzando quel preciso account. Per far ‘registrare’ il profilo personale come affidabile c’è una precisa procedura: è necessario aprire l’app e collegarsi alla piattaforma guardando qualcosa sul dispositivo definito attendibile almeno una volta ogni 31 giorni, questo per non rischiare una raffica costante di richieste di verifica e assicurarsi che nessuno al di fuori del proprio nucleo familiare stia utilizzando l’account in questione. Insomma tutto lascia pensare che, nonostante le smentite di Netflix, l’epoca della condivisione stia per chiudersi. Da quanto sembra, la società potrebbe ripresentare le nuove linee guida non come aggiornamenti di quelle esistenti, ma come nuovi piani tariffari per account condivisibili ma con un costo dell’abbonamento maggiore rispetto ai profili standard e strettamente personali.