Omicidio a San Giovanni Persiceto. Ieri sera si è consumata una tragedia familiare in provincia di Bologna. Una donna di 76 anni ha ucciso il marito e poi ha tentato il suicidio. I due sono stati ritrovati a bordo dell’auto di famiglia, un Suv bianco, parcheggiato lungo una strada della zona artigianale di San Giovanni e sembra fossero di rientro dal supermercato. Stando ad una prima ricostruzione si tratterebbe di un omicidio con conseguente tentato suicidio. Gli inquirenti stanno tentando di capire se si tratti di un gesto premeditato o di un raptus. L’arma è stata già individuata in un coltello da cucina.

Omicidio a San Giovanni Persiceto, la ricostruzione

La donna ha ripetutamente colpito con un coltello da cucina il coniuge che è deceduto subito. Poi ha rivolto l’arma verso di sé e ha tentato il suicidio. La 76enne ha poi chiamato i soccorsi. Quando il 118 è arrivato sul posto, i sanitari hanno trovato la donna in stato di semi incoscienza con alcuni tagli ai polsi e all’inguine, accanto al marito, ormai morto, di quattro anni più anziano di lei. La donna è stata trasferita all’Ospedale Maggiore di Bologna dove è piantonata. Non è in pericolo di vita anche se le ferite sono state diverse e profonde. I rilievi sono andati avanti fino a tarda notte e si saprà qualcosa di più quando gli inquirenti riusciranno a parlare con la donna per chiarire la dinamica dell’accaduto. L’intenzione della donna era di farla finita assieme al marito, malato di Parkinson da tempo. Non è escluso che venga disposta una perizia psichiatrica sulla donna. A quanto si apprende la coppia sarebbe andata al supermercato a fare la spesa e poi al ritorno avrebbero parcheggiato la macchina  in via Sabin, negli stalli accanto ad alcune aziende. Qui si è consumata la tragedia, poco prima delle otto di sera. Per il momento non sarebbero stati trovati biglietti d’addio o elementi che potessero far supporre un gesto premeditato o concordato dai coniugi. Da alcune indiscrezioni sembra che la malattia del marito avesse spinto la donna verso la depressione.

L’omicidio di Nuvolento

Lo scorso 29 gennaio una donna ha ucciso il marito con alcune coltellate alla gola davanti al figlio di 15 anni. La donna, Raffaella Ragnoli, è stata arrestata dai Carabinieri in accordo con il pm di turno della procura di Brescia. È stato il figlio della coppia a dare l’allarme e a chiamare i soccorsi. Stando ad una prima ricostruzione, marito e moglie avevano avuto un’accesa discussione che poi è degenerata. L’uomo avrebbe però minacciato la donna e il figlio con un coltello. Di fronte alla possibilità che il marito potesse far del male al figlio, Raffaella non ci ha più visto e ha reagito: “Non so cosa mi sia passato per la testa, avevo paura che potesse succedere qualcosa a mio figlio. Sono scattata i piedi ho preso un coltello da cucina e glielo ho puntato alla gola chiedendogli cosa provasse a sentire la lama. Si è alzato in piedi e mi ha scansato con una manata facendomi indietreggiare, quando si è riseduto gli sono andata davanti e ho affondato la lama nella gola. Lui mi ha guardato e mi ha detto “Raffi, cosa stai facendo?”. Il racconto è stato confermato dalla donna nell’interrogatorio di convalida del fermo. Al momento Raffaella rimane infatti in carcere. Il pubblico ministero ha applicato la misura della custodia cautelare adducendo la seguente motivazione: “Raffaella Ragnoli con azione efferata e cruenta ha intenzionalmente cagionato la morte del marito. La dinamica dell’azione omicidiaria rendono inconferente qualsiasi richiamo alla causa di giustificazione della legittima difesa”. Nell’ordinanza con cui il gip ha disposto la custodia in carcere, rigettando la richiesta di domiciliari avanzata dai legali della donna, vengono ricostruiti anche i minuti immediatamente successivi al delitto quando il figlio minore della coppia era al telefono con i soccorritori.