Piano europeo industria: nella giornata di ieri, venerdì 3 febbraio 2023, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presentato alcune proposte durante una serie di incontri che si sono tenuti con i Ministri di Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania e Grecia.

Nelle proposte dell’Italia spinge la volontà di creare una politica industriale europea maggiormente:

  • assertiva;
  • competitiva;
  • solidale.

Nei prossimi giorni sono in programma altri incontri con i partner europei, ovvero con i Ministri di Svezia, Portogallo, Croazia, Spagna, Austria e Cipro, oltre che con il Commissario europeo Thierry Breton.

Secondo quanto ha spiegato il ministro Urso, la la Comunicazione della Commissione europea deve essere una base di partenza, ma deve essere assolutamente migliorata per poter essere realmente efficace.

Il Green Deal Industrial Plan europeo mette al centro l’obiettivo legato alla transizione verde e digitale, ma è stato fortemente discusso e criticato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Secondo il ministro Urso bisogna avere maggiore ambizione, stanziando più risorse di quante ne sono state previste nel documento di base, che si basa principalmente sui seguenti aspetti:

  • l’agevolazione delle modalità per l’accesso delle imprese ai benefici fiscali;
  • la semplificazione delle regole sugli aiuti di Stato e sui nuovi indirizzi dei fondi esistenti verso le industrie clean-tech.

Mentre, secondo il MIMIT, mancano delle risorse “nuove”, ma si parla solamente del NextGenerationEu, del Programma Horizon su ricerca e innovazione, della politica di coesione e dei programmi REPowerEU e InvestEU.

In particolare, secondo quanto analizzato dal Ministero, la volontà di perseguire solamente gli obiettivi legati alla transizione verde e digitale sono troppo poco sia dal punto di vista delle ambizioni che deve avere la Commissione europea e sia per quanto riguarda le aspettative in base a quanto era stato annunciato in precedenza dai vertici delle istituzioni europee e dalla stessa Comunicazione della Commissione.

A livello pratico, questa maggiore ambizione alla quale fa riferimento il Ministero delle Imprese e del Made in Italy prevede la predisposizione di 4 punti principali. Andiamo a vedere quali.

Piano europeo industria: ecco quali sono le 4 proposte dell’Italia per creare una politica industriale europea assertiva, competitiva e solidale

L’Italia ha presentato 4 proposte nella persona di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante gli incontri di ieri con i partner europei. Ecco quali sono:

  1. agire in una logica di “pacchetto sull’industria”, così come era stato richiesto in maniera esplicita anche dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. La discussione sugli aiuti di Stato (Temporary Crisis and Transition Framework) deve andare di pari passo con quella su:
    • la revisione della governance economica;
    • la necessità di costruire una capacità fiscale centrale;
  2. migliorare la proposta di revisione delle regole europee sugli aiuti di Stato per garantire un’effettiva ed efficace semplificazione e velocizzazione delle procedure, in modo da portare le imprese europee ad essere realmente competitive, soprattutto quelle che operano in dei settori strategici, in cui è di fondamentale importanza la competitività globale (es.: semiconduttori, materie prime, energia, difesa e aerospazio, strumenti bio e ad alta tecnologia). A riguardo bisogna garantire un’equa distribuzione delle risorse stanziate in modo che tutti abbiano la stessa possibilità di accedere all’utilizzo di questi strumenti, senza che alcuni Paesi siano più avvantaggiati, aumentando ulteriormente il divario socio economico all’interno dell’Unione Europea;
  3. affermare con chiarezza il principio di solidarietà, in modo da consentire agli Stati membri l’accesso al credito a condizioni paritetiche, così da poter utilizzare le risorse a beneficio delle imprese e quindi:
    • dell’occupazione nei settori chiave dell’economia;
    • delle due transizioni (verde e digitale);
    • del perseguimento dell’autonomia strategica dell’UE;
  4.  definire con chiarezza i seguenti aspetti:
    • i settori da supportare;
    • le modalità di finanziamento;
    • il funzionamento e le tempistiche di attivazione del Fondo sovrano europeo.