Perché per San Biagio si mangia il panettone avanzato? Il 3 febbraio si celebra San Biagio un vescovo vissuto nel III secolo diventato martire dopo essere stato perseguitato per la sua fede. Il suo personaggio è legato ad una leggenda curiosa che rimanda al momento dopo la sua morte: si narra che tutta Italia era invasa dai miracoli come l’apparizione di lingue di fuoco a Fiuggi o la liberazione di Salemi dalle cavallette che avevano invaso la città. L’evento più conosciuto e rimasto nel tempo è senza dubbio il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce in gola. Il martire riuscì a metterlo in salvo con una semplice briciola di pane.

Perché per san Biagio si mangia il panettone avanzato? La tradizione

Ed è proprio per questo ultimo miracolo che in occasione di San Biagio, i cittadini milanesi mangiano il panettone avanzato dalla feste natalizie. Il motivo è curioso: la tradizione vuole che si mangi il dolce come segno di protezione contro il mal di gola e il raffreddore. Così facendo, viene ricordato l’episodio del bambino.

Inoltre, vi è un’altra leggenda milanese sul Santo. A quanto pare vi era una contadina che portò al suo parroco un panettone per farlo benedire prima di Natale, ma poi lo lasciò nella canonica. Così, il sacerdote lo mangiò senza pensare che la donna potesse tornare per riprenderlo. Fu proprio quando la contadina tornò che al posto di un umile panettone ne trovò uno ancora più grande. Il motivo? Si verificò uno dei tanti miracoli di San Biagio.

La storia

San Biagio nacque a Sebaste, in Armenia. Si dedicò alla medicina, sua grande passione che lo spinse dai malati per trascorrere del tempo con loro e curarli. L’amore per la religione cristiana lo accompagnò per tutta la vita tanto da prendersi cura sempre del prossimo senza mai chiedere nulla in cambio e tanto da farlo diventare vescovo di Sebaste. Sempre al servizio dei poveri, durante le persecuzioni si fece prendere al posto dei cittadini, finendo in prigione. Venne poi condannato per immergersi in un lago, ma non affondò anzi sedette sull’acqua, così il giudice ordinò la sua decapitazione.

San Biagio, allora, morì martire nel 316, dopo tre anni dalla concessione della libertà di culto, vittima di una persecuzione. Venne fatto santo ed il suo culto è diffuso sia nella Chiesa cattolica che in quella ortodossa.

San Biagio viene raffigurato con i simboli episcopali della mitra e del pastorale, molte volte, inoltre, viene messo accanto all’immagine un pettine di ferro che ricorda l’oggetto utilizzato per il suo martirio.

Altre tradizioni

Il 3 febbraio si porta avanti non solo la tradizione legata al panettone, ma anche altre in giro per l’Italia. Se pensiamo al Cilento, dopo la messa il sacerdote compie la benedizione della gola per mezzo delle candele: prende due candele benedette il giorno prima durante la festa della Candelora, le incrocia sotto il mento dei fedeli, pronunciando una preghiera specifica.

In altre parti d’Italia, invece, il 3 febbraio viene benedetto e distribuito il pane, proprio per il fatto che è stato lui a dare la mollica di pane al bambino che stava per morire poiché aveva un spina di pesce incastrata nella gola. Il santo è anche considerato protettore degli animali dato che nel corso del suo soggiorno sul monte Argeo veniva sempre accolto da tanti animali che lo aiutavano e sostenevano nel lavoro.

Non solo vengono recitate preghiere particolari in suo onore, ma anche canzoni come: “Di Sebaste bel candido giglio, pastor d’alme potente del cielo,o San Biagio, proteggi i fedeli che a te cantano l’inno d’amor!Degli affanni di sì aspra vita, per tuo aiuto lenisca il Signor”.