Dopo oltre 16 anni di latitanza è stato arrestato in Francia Edgardo Greco, affiliato alla ‘ndrina Perna-Pranno di Cosenza, condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Stefano e Giuseppe Bartolomeo, avvenuto nel 1991. Secondo quanto riportato da fonti locali, l’uomo sarebbe stato rintracciato a Sant Étienne, nella regione francese dell’Alvernia-Rodano-Alpi, dove lavorava come pizzaiolo, all’esito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e fermato grazie a un mandato di arresto europeo. Proseguono intanto le ricerche degli inquirenti dopo la fuga di Massimiliano Sestito, il killer della ‘ndrangheta evaso dagli arresti domiciliari dopo aver omesso il braccialetto elettronico nel Milanese, nella notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio scorsi.

Edgardo Greco Cosenza arrestato in Francia: era latitante da 16 anni

Greco era latitante da oltre 16 anni: di lui si erano perse le tracce il 10 ottobre 2006, data in cui avrebbe dovuto presentarsi in carcere per scontare la pena emessa dal gip di Catanzaro nell’ambito del maxi processo “Missing”, che puntava a fare luce su decine di delitti di sangue avvenuti nell’area settentrionale della Calabria dagli anni Settanta agli anni Novanta a causa di scontri tra clan. Affiliato alla ‘ndrina Perna-Pranno di Cosenza, l’uomo era stato infatti condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Stefano e Giuseppe Bartolomeo, i due fratelli morti il 5 gennaio 1991 in seguito ad un’imboscata architettata “per rimetterli al loro posto”: i due, che ambìvano a una maggiore autonomia e considerazione nell’ambito delle cosche cosentine, furono attirati con una trappola e trucidati a colpi di spranga in una pescheria e i loro cadaveri vennero fatti sparire.

Ma Greco è accusato anche del tentato omicidio di Emiliano Mosciaro, avvenuto sempre a Cosenza il 21 luglio 1991 nell’ambito di una guerra di mafia tra la cosca del latitante e la Pino-Sena. Dopo il mandato di arresto europeo emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro nel 2014, nel 2019 un’attività investigativa, coordinata della Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, e svolta dai Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Cosenza, ha permesso di ricostruire la rete di appoggio su cui poteva contare il latitante, che è stato quindi individuato in Francia, a Sant Étienne. Qui l’uomo, quasi sessantenne, viveva e lavorava come pizzaiolo sotto false generalità ed è stato arrestato oggi.

Killer della ‘ndrangheta evaso dai domiciliari nel Milanese

Nella notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio è evaso, intanto, dai domiciliari, il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito, 52 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio, ucciso il 20 agosto 1991 durante un posto di blocco a Soverato, in provincia di Catanzaro. Affiliato della cosca catanzarese Iozzo-Procopio-Chiefari, l’uomo era stato scarcerato da Terni il 12 gennaio scorso e sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa del verdetto della Cassazione – previsto per la giornata di domani – per un altro omicidio, quello del boss Vincenzo Femia, esponente di spicco nel panorama criminale della Capitale, ucciso da un commando il 24 gennaio 2013 in località Castel di Leva, all’estrema periferia di Roma. Sestito aveva già tentato la fuga nel 2013 durante un permesso premio concessogli dal carcere di Rebibbia: la Squadra mobile di Roma lo aveva recuperato dopo un mese su una spiaggia di Palinuro, in provincia di Salerno. Ora, secondo quanto si apprende, avrebbe manomesso il bracialetto elettronico e si sarebbe allontanato dall’abitazione del padre a Pero, nel Milanese. Sul caso stanno indagando i carabinieri di Milano: secondo gli inquirenti Sestito non avrebbe i mezzi economici necessari a sostenere una latitanza, ma una rete criminale di alto livello potrebbe comunque aiutarlo a nascondersi, soprattutto in Calabria, dove ha costruito gran parte della sua carriera malavitosa.