Stromboli eruzione ed esplosioni. Nell’area centro-meridionale di Stromboli è stata registrata una sequenza esplosiva di intensità maggiore a quella ‘normale’. Il vulcano essendo attivo non è mai tranquillo, questo è implicito e scontato, ma stamattina poco dopo le 10 la sua intensità esplosiva ha superato l’ordinario. A registrare i movimenti del vulcano è stato l’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia (iNgv alle 9:08), più precisamente l’osservatorio di Catania. L’attività registrata dai sensori ha provocato la fuori uscita di materiale piroclastico grossolano che è arrivato a diverse centinaia di metri di altezza ed è ricaduto dalla parte della Sciara del Fuoco. Nel cielo, come avviene sempre in questi casi, si è sollevata una nube di fumo e cenere ma che grazie ai venti presenti in quota si è dissolta rapidamente verso sud. Pochi minuti dopo le 10, esattamente alle 10:07 è stata registrato un segnale sismico di maggiore intensità e che è durato circa tre minuti. Un’intensità maggiore dell’ordinario spiega il comunicato dell’istituto di Geofisica nell’area craterico meridionale. Il fenomeno che si è verificato in mattinata ha fatto registrare, dal punto di vista sismico, un incremento del tremore vulcanico di valori alti. Anche se dall’Ingv assicurano che non si segnalerebbero variazioni significative del tasso di occorrenza e nell’ampiezza degli “Explosion quakes”.

Stromboli eruzione ed esplosioni, materiale lavico ricade dal lato de ‘La Sciara del Fuoco’

La Sciara del Fuoco (strada del fuoco), dove oggi si sono registrate le precipitazioni del materiale piroclastico, è una depressione dell’isola di Stromboli. In sostanza è un pendio, o ghiaione come viene definito, formato nel tempo da lava e lapilli che dal cratere del vulcano scende fino al mare. Sono famose le scogliere che lo delimitano: il Filo del Fuoco a Nord Est e il Filo di Baraona a Sud Ovest. Il nome rende perfettamente l’idea dell’origine del luogo, la strada del fuoco appunto, e di ciò che ci si può vedere con i propri occhi quando il vulcano presenta un’attività particolarmente intensa (cioè quasi sempre): il percorso che la lava compie dal cratere (o meglio, dai tre crateri vicini) fino al mare è un percorso naturale che è consolidato da alcuni millenni e offre sbocco alla lava senza così che quest’ultima possa rendersi pericolosa verso i piccoli centri abitati di San Vincenzo, Ficogrande e Ginostra.

Si risveglia lo Stromboli, Cos’è il flusso piroclastico

Un flusso piroclastico è una combinazione densa di gas estremamente caldi e materia solida che fuoriesce da un vulcano durante un’eruzione o un’attività come quella registrata oggi per lo Stromboli. Questi flussi ed esplosione di materiale sono l’aspetto più pericoloso dell’attività vulcanica poiché viaggiano ad alta velocità, possono coprire chilometri di terreno, sono estremamente caldi e contengono gas tossici. Sebbene siano composti sia da gas che da frammenti solidi, i flussi piroclastici si comportano più vicino a un liquido che a un solido o a un gas. Quando questo fenomeno si verifica a bassa densità, viene chiamato un aumento piroclastico. Nel complesso, un flusso piroclastico si comporta in modo molto simile a un liquido, tranne che, a differenza di un fluido, la densità del flusso cambia mentre viaggia. Il flusso sembra essere una spessa nuvola fluttuante ma contiene materiali solidi e gassosi. Quando finalmente un flusso si interrompe, vengono creati depositi, a volte spessi oltre 100 metri. Quando un flusso piroclastico è costituito da materiali diluiti, si parla di un aumento piroclastico. I picchi piroclastici sono molto più leggeri dei flussi, sebbene contengano ancora sia gas che particelle solide. Poiché sono a bassa densità, si estendono nell’aria sopra il terreno piuttosto che seguire il terreno.