Una capsula radioattiva è stata persa in Australia. La vicenda risale a qualche giorno fa e le autorità si sono dette molto preoccupate per l’accaduto.

L’involucro contiene cesio-137, ossia un sottoprodotto altamente radioattivo della fissione nucleare dell’uranio che viene generalmente utilizzato in alcuni sensori per diverse tipologie di misurazioni. La capsula, di proprietà della grande azienda mineraria Rio Tinto, era in viaggio per essere trasportata dall’impianto minerario di Gudai-Darri a nord della città di Newman fino a Perth nell’Australia Occidentale. Un tragitto di circa 1.400 km in direzione sud.

Il trasferimento di questo delicato prodotto era stato affidato dall’azienda Rio Tinto ad una compagnia di trasporti: il carico era partito il 12 Gennaio 2023 e la spedizione era poi effettivamente arrivata a destinazione quattro giorni più tardi. Tuttavia nel controllo dei dispositivi realmente consegnati mancava proprio la capsula di cesio altamente pericolosa. L’esposizione alla sostanza infatti potrebbe causare gravi problemi di salute. Le autorità sanitarie australiane hanno intimato la popolazione a fare estrema attenzione per la sua pericolosità.

L’azienda mineraria però ha divulgato lo smarrimento solo il 25 Gennaio dopo ulteriori verifiche. Difficile restringere la zona di ricerca poiché la capsula è stata persa in un’area decisamente estesa e potrebbe essere stata incautamente spostata o addirittura spedita con un altro carico chi sa dove.

I dirigenti responsabili di Rio Tinto hanno spiegato che la compagnia di consegna era stata selezionata e scelta per le “giuste conoscenze e le certificazioni per imballare il dispositivo in vista del suo trasporto”. L’involucro era stato testato attraverso un contatore Geiger prima dell’affidamento agli spedizionieri proprio per valutare le radiazioni dovute al decadimento.

Australia persa capsula radioattiva: piccole dimensioni, simile ad una batteria da orologio

Le autorità hanno poi diffuso una descrizione più accurata della capsula in modo che chiunque possa riconoscerla se ne venisse a contatto.

Si tratta di un oggetto di piccole dimensioni, di forma cilindrica con un diametro di 6 millimetri e un’altezza di 8 millimetri. Il governo locale ha mostrato un’immagine della capsula paragonandola alle dimensioni di una moneta, per dare un’idea più immediata della sua grandezza e rendere più facile la sua eventuale individuazione.

È molto simile dunque ad una batteria per gli orologi, ma estremamente pericolosa. I responsabili sanitari dell’Australia occidentale hanno infatti spiegato che passare anche solo per pochi istanti nelle vicinanze della capsula corrisponde ad essere investiti da una radiazione naturale che si riceve in un anno circa.

La popolazione è stata chiamata a fare molta attenzione, anche se è possibile che l’involucro sia andato disperso in un’area disabitata durante il suo tragitto.

Infatti l’Australia Occidentale è una delle zone meno popolate dell’intero paese, ma è altrettanto plausibile che la capsula si sia incastrata in parti non visibili del camion di trasporto o che disperdendosi sulla strada sia rimasta incastrata negli pneumatici di un altro veicolo in transito. E in questa evenienza non è difficile immaginare che possa essere stata trasportata in aree più popolose dell’Australia.

Rio Tinto si è scusata per l’accaduto

La ricerca attraverso strumenti per la misurazione di radiazioni va avanti. In queste ore molte squadre sono impegnate lungo il tracciato percorso dal corriere e stanno ricostruendo tutte le soste e i momenti più probabili dello smarrimento. Date le dimensioni esigue e la facilità di essere confusa con un altro oggetti, gli esperti scientifici sono piuttosto scettici circa le probabilità di ritrovamento.

Simon Trott, responsabile capo della divisione mineraria dell’azienda, si è scusato per l’accaduto e per aver generato un allarme in tutta la regione.

“Stiamo prendendo molto sul serio questo incidente. Riconosciamo che questo è chiaramente molto preoccupante e siamo dispiaciuti per l’allarme che ha causato nella comunità dell’Australia occidentale”.

Non è la prima volta che la multinazionale anglo-australiano Rio Tinto incappa in incidenti. Sempre nell’Australia Occidentale nel 2020 infatti la società demolì un paio di grotte aborigene di 46mila anni fa per ampliare una propria miniera di ferro. L’accaduto provocò notevoli imbarazzi e portò alle dimissioni degli allora CEO e presidente della società mineraria.