Il ripristino delle caselle mail di Libero e Virgilio sta avvenendo lentamente e con non poche difficoltà. Dopo quasi una settimana di down i due portali sono tornati a disposizione dei quasi nove milioni di utenti che hanno potuto recuperare (finalmente) il loro account di posta elettronica. Il ripristino riguarda innanzitutto gli utenti che usano le app Android, mentre non è ancora completo per gli utenti iOs che si, possono accedere all’app, ma di fatto non funziona. Resta poi ancora da verificare che fine hanno fatto le email inviate agli indirizzi di posta di Libero e Virgilio durante lo stop forzato.

Lento ripristino di Libero e Virgilio, resta da capire la sorte delle mail inviate durante il guasto

Nell’ultimo comunicato rilasciato dall’azienda si legge: “Tutte le caselle di posta di libero mail sono accessibili via webmail e da molte app degli utenti Android, mentre non ancora completamente per gli utenti iOS”. L’azienda, infatti, ha spiegato che al momento è impegnata nella gestione del “progressivo reintegro dei messaggi inviati ai nostri utenti nei giorni scorsi, che saranno recapitati progressivamente a seconda del comportamento dei provider di posta che hanno gestito il traffico delle email negli ultimi giorni”. A proposito dei messaggi che dovevano essere ricevuti nei giorni di blocco, Italiaonline sul sito delle Faq di Libero e Virgilio aveva già spiegato che per quelle email era stato impostato “un messaggio di mancato recapito al mittente, chiudendo anche l’SMTP dalle ore 16 del giorno 23 gennaio u.s.; per quanto riguarda il successivo comportamento dei provider di posta, che hanno gestito il traffico delle e-mail in entrata su Libero mail e Virgilio Mail una volta ricevuto il nostro messaggio di mancato recapito, gli scenari possono essere diversi a seconda delle configurazioni tecniche di ciascun provider; di norma, queste configurazioni dovrebbero consentire il re-invio in automatico in caso di problematiche (come ad esempio la casella piena). Tuttavia non tutti i servizi di spedizione di posta seguono le medesime procedure”. La situazione, dunque, resta ancora abbastanza incerta. L’azienda ha fatto sapere di lavorare costantemente “nel restituire accesso ai messaggi e ai dati. Sta proseguendo parallelamente il ritorno al completo funzionamento di tutte le funzionalità, anche considerato il carico di traffico accumulato. La nostra priorità è dal primo giorno quella di tutelare l’integrità dei dati dei nostri utenti. Continueremo a comunicare attraverso i nostri touchpoint, fino alla completa risoluzione della situazione”. Non solo, vista l’enorme mole di richieste e messaggi di protesta degli utenti, Italiaonline ha messoa disposizione un numero verde dedicato alle domande: 800 591 829. Riguardo le cause, l’azienda aveva già fatto sapere cosa stava succedendo nei diversi comunicati rilasciati nel corso dei giorni: “Nelle scorse settimane, al fine di offrire un servizio sempre migliore e sempre più aggiornato, abbiamo introdotto un’innovativa tecnologia di storage a supporto delle nostre caselle mail, fornita da un vendor esterno, un produttore di tecnologie di storage utilizzato da alcune delle più grandi società al mondo”. Tuttavia, a quanto pare, “un bug del sistema operativo ne ha compromesso il corretto funzionamento e, di conseguenza, quello delle caselle di posta presenti su di esso. Il vendor sta lavorando incessantemente per la risoluzione del problema, creando un fix per la soluzione della problematica, con il supporto di tutti i nostri team interni. Trattandosi però di un bug a livello di sistema operativo, la soluzione sta richiedendo i tempi tecnici di sviluppo, con l’obiettivo primario di tutelare l’integrità dei dati”, veniva riferito. In una precedente comunicazione, l’azienda aveva anche chiarito che i dati degli utenti (e le loro mail) non sono a rischio, escludendo dunque un attacco hacker. “Siamo consapevoli che questo crea difficoltà ai nostri utenti, ma il nostro essere il provider di posta degli italiani, ci impone la massima serietà. Come sempre, comunicheremo eventuali aggiornamenti attraverso i nostri touchpoint”.