Concorso scuola 2023, uscita bando per i precari: le ultime novità riguardano le selezioni che arriveranno già a partire dalla prossima primavera e che includeranno, in particolare, il reclutamento dei docenti abilitati con tre anni di servizio. Sui precari cosiddetti “storici” della scuola si sarebbero concentrate, dunque, le attenzioni del governo e del ministero dell’Istruzione di Giuseppe Valditara per arrivare al numero delle 70mila assunzioni da raggiungere entro il 2024 in conformità al target fissato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La platea degli aspiranti docenti al contratto a tempo indeterminato è ampia ma, escludendo gli insegnanti non abilitati che hanno comunque svolto delle supplenze, il cerchio si stringe a 138.000 insegnanti. Si tratta dei docenti che hanno svolto tre anni di servizio, ma per l’abilitazione i crediti formativi richiesti saranno in numero più alto rispetto ai 24.

Concorso scuola 2023, quando esce il bando e come saranno le prove?

Nel bando di concorso per la scuola si punterà a reperire 30.000 docenti che, oltre ai 36 mesi di insegnamento, abbiano anche 30 crediti formativi, con uno sconto sui 60 Cfu previsto dal nuovo sistema di reclutamento. Il bando che probabilmente verrà emanato nella prossima primavera, dunque, punterà a ridurre la mole di insegnanti precari presenti nelle graduatorie scolastiche. In particolare, il concorso sarebbe riservato ai precari abilitati inseriti nelle Graduatorie a esaurimento (GaE) o nella prima fascia delle Graduatorie per le supplenze (Gps) per un totale di 25-30 mila posti. Nel vertice che si è tenuto durante la scorsa settimana al ministero dell’Istruzione alla presenza di Giuseppe Valditara, si sono tracciate anche le modalità di svolgimento del nuovo concorso “straordinario”: è prevista una prova scritta e una orale da svolgere al termine dell’anno di prova e di formazione (il cosiddetto anno di “tirocinio”), prima che l’aspirante docente passi di ruolo. Tuttavia, il grosso delle 70.000 assunzioni dovrà passare per il nuovo sistema di reclutamento, meccanismo che seguirà la riforma dei concorsi già avviata ma che non prevederebbe l’emanazione dei bandi prima del 2024.

Riforma reclutamento: crediti formativi, percorso di abilitazione e prove del concorso ordinario 2024

Nel prossimo anno, infatti, dovrebbe uscire il bando “ordinario” di concorso nella scuola per le cui selezioni saranno necessari 60 crediti formativi universitari. Ai precari dovrebbe essere riservata la quota del 30% dei posti messi a bando, mentre gli altri posti andrebbero agli aspiranti insegnanti neolaureati che abbiano conseguito i 60 Cfu già durante gli anni di studi universitari. Il nuovo meccanismo di reclutamento dovrebbe coprire annualmente il 50% dei posti liberi e disponibili nella scuola, aumentando la percentuale dall’attuale media delle ultime sette infornate che arriva al 28,6% di assunzioni, con maggiorazione al 41% – secondo i dati del 2022 – contando anche i docenti titolari di contratto a tempo determinato da confermare nelle assunzioni del mese di settembre. La nuova modalità di selezione tramite concorsi è connessa, dunque, alla riforma dell’abilitazione, riservata agli aspiranti insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Sarà occorrente la laurea e 60 crediti formativi in discipline antropologiche, psicologiche, pedagogiche e digitali, comprensivi del tirocinio diretto presso gli istituti e di uno indiretto (non a scuola) nel quale dovranno essere raggiunti gli ultimi 20 Cfu prima dell’esame finale. Al termine di tutto questo percorso abilitante, si potrà partecipare ai concorsi ordinari. Per i docenti delle scuole dell’infanzia e primaria, gli aspiranti al ruolo continueranno a passare per la laurea in scienze della formazione primaria.