Assunzioni scuola 2023, si va verso una nuova fase transitoria: cosa significa per docenti precari e Cfu? I reclutamenti degli insegnanti per il prossimo anno scolastico potrebbero procedere nella direzione di confermare in cattedra i docenti che sono già nelle graduatorie per le supplenze e che hanno almeno tre anni di servizio nella scuola. Gli stessi, in ogni modo, sarebbero chiamati a sostenere una nuova prova che potrebbe essere messa a bando nella prossima primavera. Il tutto, in attesa della riforma del reclutamento dei docenti che dovrebbe partire nell’anno successivo, in vista delle assunzioni del 2024-2025. È questa la novità che trapela dagli ambienti vicini al ministero dell’Istruzione: viale Trastevere vedrebbero di buon auspicio una nuova fase transitoria per centrare gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra i target del Pnrr, infatti, c’è quello di arrivare alle 70.000 nuove assunzioni nella scuola entro l’anno 2024. Su quest’ultimo obiettivo, tuttavia, i ministeri dell’Istruzione e degli Affari europei hanno chiesto lo slittamento del raggiungimento delle 70.000 assunzioni entro l’anno 2025.

Assunzioni scuola 2023 docenti, turn over e precari nel mirino della nuova fase transitoria

Le novità emergono dall’ultimo vertice sulla riforma del reclutamento nella scuola tenutosi tra il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e quello degli Affari europei di Raffaele Fitto. La nuova fase transitoria andrebbe a modificare quanto previsto dalla legge numero 79 del 2022, in particolare per quanto attiene al turn over, ai crediti formativi e alle assunzioni dei docenti precari. Obiettivo principale per il prossimo settembre sarà quello di coprire il turn over, dando stabilità alla didattica e agli organici dei professori dal momento che le ultime assunzioni, quelle di settembre scorso, hanno consentito di coprire solo un terzo dei posti scoperti per il turn over con contratti a tempo indeterminato. In contemporanea, con i docenti precari si andrebbe ad aumentare l’asticella della qualità dell’insegnamento, con docenti che hanno già prestato servizio nella scuola per almeno tre anni. In virtù di queste osservazioni, la proposta di modifica della fase transitoria per le assunzioni di settembre 2023 sarebbe incentrata, in prima battuta, sui docenti precari che possano vantare 36 mesi di servizio e 24 crediti formativi (Cfu). I docenti precari, dunque, si vedrebbero confermare il contratto a tempo determinato per il 2023-2024 e, in contemporanea, avrebbero la possibilità di svolgere anche l’anno di tirocinio a completamento dei crediti formativi mancanti.

Reclutamento insegnanti settembre 2023: l’anno di tirocinio e la prova dei prof precari

Dopo l’anno di tirocinio e di formazione, gli insegnanti precari – per ottenere il contratto a tempo indeterminato – sarebbero chiamati a svolgere una prova che potrebbe essere composta da una simulazione di una lezione, ma anche da un test scritto e da un colloquio. Superata la prova, i docenti precari otterrebbero il contratto a tempo indeterminato diventando, pertanto, di ruolo. La proroga di questo meccanismo di reclutamento riguarderebbe gli insegnanti delle scuole medie e superiori. L’intenzione del ministero dell’Istruzione sarebbe quella di mettere a bando i nuovi posti, previa autorizzazione del ministero dell’Economia e delle Finanze, entro la prossima primavera. Peraltro, i ministeri interessati avrebbero chiesto una proroga di un anno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le 70.000 assunzioni del target della scuola slitterebbero, pertanto, al 2025, dati i ritardi accumulati nel frattempo sul fronte del reclutamento.