Continuano le proteste in Perù ed ora a pagarne le conseguenze sono anche tanti turisti, tra cui italiani, rimasti bloccati a Machu Picchu. Lo splendido sito archeologico visitato da tutto il mondo si è ritrovato infatti a dover “custodire” oltre 300 viaggiatori a causa della sospensione della linea ferroviaria peruviana dovuta agli scontri degli ultimi giorni.

La ragione di tale sospensione è da attribuire al vandalismo dei manifestanti che ha comportato la rottura di una porzione del tratto ferroviario che collegava proprio il sito archeologico alla ex capitale degli Inca, Cuzco. Ad informare il mondo sulle vicissitudini delle ultime ore in Perù è stato il Ministero della Cultura peruviano che aveva confermato:

La chiusura del percorso dei siti Inca e della cittadella di Machu Picchu è stata ordinata a causa della situazione sociale per garantire la sicurezza dei visitatori.

Perù, il viaggio dei turisti italiani da Machu Picchu a Cuzco

Come anticipato è stata la Farnesina stessa a informare che gli italiani coinvolti nel caos di questi giorni in Perù sono pronti a fare il proprio ritorno in Italia passando da Cuzco. In una brevissima nota rilasciata dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale si legge infatti:

I connazionali sono già su un treno, che li porterà a degli autobus con i quali arriveranno a Cuzco.

Il percorso degli italiani a quanto pare è stato piuttosto atipico: dopo la riparazione parziale del tratto ferroviario che collegava Urubamba-Ollantaytambo-Machu Picchu, i nostri connazionali sono stati costretti a scendere ugualmente dal treno per proseguire attraverso una strada di campagna il proprio viaggio di ritorno. Ad attenderli dopo questa particolare escursione vi era un autobus che di lì a poco li avrebbe condotti a Cuzco da dove finalmente potranno fare ritorno in patria.

Ricordiamo che gli scontri in Perù sono iniziati da quando è stato destituito ed arrestato l’ex presidente Pedro Castillo, da tutti considerato un sindacalista vicino al sentimento popolare e dunque visto di buon occhio dai più deboli. Da allora non si sono placate le proteste contro la presidente Dina Boluarte a cui il popolo peruviano chiede le dimissioni, il rilascio di Castillo e soprattutto nuove elezioni nell’immediato.