A due anni di distanza dagli eventi emerge per la prima volta la mail integrale redatta dall’insegnante di storia dell’arte che il 23 dicembre 2020 filmò l’incontro nell’Autogrill di Fiano Romano tra Matteo Renzi e l’ex capo della Dis Marco Mancini.

La vicenda è poi proseguita a livello giudiziario in due direzioni: da un lato l’interrogatorio della Digos di Roma alla prof lo scorso 8 novembre, su cui l’indagine è stata chiusa (contestato il reato diffusione di riprese e registrazioni fraudolente di un “incontro privato”), dall’altro la denuncia presentata dal leader di Italia Viva nei confronti della trasmissione Report, che mandò in onda i filmati in una puntata di maggio 2021, per violazione del segreto istruttorio.

Incontro Renzi-Mancini, la prof contattò prima il Fatto e poi Report

Il primo tentativo di invio avvenne qualche giorno più tardi alla redazione de Il Fatto Quotidiano, a cui fece seguito un secondo invio nell’aprile 2021 alla redazione di Sigfrido Ranucci. In sintesi, la mail non si discosta molto dai contenuti pronunciati nell’interrogatorio davanti alla Digos, nel quale la prof ha spiegato i motivi dietro alla ripresa integrale dell’incontro tra Renzi e Mancini in un’area di servizio Autogrill.

Il politico fiorentino viene descritto come “personaggio noto a tutti a differenza del suo interlocutore (Mancini, ndr), di cui si cita in particolare l’abbigliamento elegante. La docente si trovava all’interno della sua automobile dopo che il padre aveva accusato un lieve malessere ed erano stati costretti alla sosta. Giustificando la ripresa dell’intero dialogo tramite foto (13 in tutto) e video, la donna si è appellata al diritto di cronaca e al proprio senso di curiosità, senza mai definirsi una giornalista oppure un paparazzo alla ricerca di scoop. A chi le ha contestato la maniacalità e la precisione ai singoli dettagli con cui ha minuziosamente ricostruito la scena (dalla scorta fino alla tipologia di auto su cui si trovavano i protagonisti), lei ha risposto che ciò rappresentata una qualità individuale data dalle sue analisi sugli oggetti d’arte.

La donna si dice dubbiosa delle coincidenze politiche successive

Vi vorrei inviare delle foto che ho fatto il giorno 23 dicembre intorno alle 15:30/16:00”, così inizia la mail inviata al Fatto Quotidiano, di cui la donna si professa assidua lettrice (tecnica poi ripetuta anche nella mail inviata a Report come “vostra spettatrice e ammiratrice per il lavoro che svolgete”). Dal materiale multimediale raccolto dalla professoressa non si distinguono in maniera nitida i contenuti del dialogo, “durato una mezz’ora abbondante.

Segue poi l’invio alla redazione di Report, datato 13 aprile 2021, a seguito di un servizio. Rispetto alla comunicazione originale inviata al quotidiano di Peter Gomez, questa volta l’insegnante aggiunge una postilla:

Ho inviato queste foto ad altre redazioni giornalistiche senza ricevere risposta. A pochi giorni dall’incontro di Renzi con questo signore è caduto il governo Conte, io non credo sia una coincidenza. Ricordo che in quel momento c’erano forti tensioni politiche e che Renzi era uno dei principali protagonisti della scena nazionale.

Estratto dalla mail

Solo qualche giorno fa l’episodio è stato poi ricostruito da Massimo Giletti a “Non è l’Arena”, dove era ospite Giulio Vasaturo, il legale della prof: la tesi sostenuta dal giornalista è smontare la credibilità della storia sulla base dei tempi di percorrenza della tratta A1 su cui si trovava quel 23 dicembre di tre anni fa.