Pensioni Francia riforma proteste iniziano ufficialmente nelle piazze dopo l’annuncio del presidente Macron di tirare avanti per la sua strada aumentando l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Quest’oggi è stata annunciata una grande mobilitazione, con i gilets jaunes a infiammare le piazze in una vera e proprio sfida al governo e al presidente.

Pensioni Francia Riforma proteste, paura di una paralisi nel paese

La reazione furiosa davanti a questo tentativo di Macron di approvare la riforma nonostante non abbia più una maggioranza all’Assemblea Nazionale sfruttando le prerogative permesse dalla costituzione di una repubblica presidenziale potrebbero portare a una paralisi vera e propria del paese. Ricordiamo che il movimento dei gilet jaunes già in passato, anche nel 2020 davanti ad un altro tentativo dello stesso Macron, era riuscito a far saltare le riforme mettendo le piazze a ferro e fuoco.

Grande adesione allo sciopero di giovedì 19 gennaio

La manifestazione indetta per oggi, giovedì 19 gennaio, ha avuto un’ampissima adesione: b incrociate per i lavoratori, dal settore dei trasporti a quello della sanità. In piazza lavoratori delle aziende che rischiano di perdere il loro status previdenziale speciale, come Ratp (metropolitana di Parigi), Edf (Elettricità di Francia) Grdf (Gas). La Cgt, il sindacato francese ha anche proposto di prolungare ad oltranza lo sciopero bloccando così il deposito del carburante come avvenuto lo scorso anno.

La reazione della premier

La premier francese Elisabeth Borne continua a ribandire, nonostante le proteste di massa, che la riforma è assolutamente necessaria: “Non c’è altra scelta. Il numero degli occupati rispetto al numero dei pensionati sta diminuendo. Nel 2005 c’erano due occupati per ogni pensionato. Oggi sono 1,7 e domani saranno 1,5. Bisogna ristabilire l’equilibrio del sistema pensionistico”, ha spiegato davanti all’Assemblea Nazionale dove saranno decisivi i voti dei gollisti.


Pensioni Francia riforma, cosa prevede?

La riforma delle pensioni che Macron si appresta a far approvare in Francia sfruttando i suoi poteri di presidente e utilizzando una “tagliola” della discussione parlamentare per farla portare rapidamente al senato porta da sessantadue a sessantaquattro anni l’età minima per il pensionamento di vecchiaia con un minimo di quarantatré anni di contributi versati. Il tutto non da subito, ma gradualmente da oggi al 2030 con i contributi che saranno ora necessari dal 2027. Resta invece a 67 anni l’età alla quale si potrà andare in pensione senza decurtazioni per i contributi mancanti e a 62 quella per i lavoratori in situazione di invalidità o incapacità.