Sul tema legato alla situazione in Russia interviene Vladimir Putin, che effettua un bilancio del 2022 a pochi giorni dal triste anniversario dello scoppio della guerra. Il conflitto russo ucraino prosegue in maniera imperterrita, nel filo che collega Davos, Kiev e Mosca. Dopo l’assalto a Dnipro lo stesso Putin è intervenuto per trarre un bilancio in merito all’anno del conflitto, dall’invasione dell’area della Crimea e del Donbass all’assalto a Odessa.

Per il leader del Cremlino il 2022 è stato un anno molto difficile per la Russia e siamo riusciti a superare quei rischi che si sono presentati, in gran parte inaspettati. Lo ha affermato il presidente russo interpellato sulle tematiche economiche e sulla stabilità interna. Lo stesso Putin ha sottolineato che quei rischi “sono stati superati con successo anche se nel 2022 non li conoscevamo e non li capivamo”. “I rischi tecnologici e infrastrutturali non sono stati ancora risolti – ha concluso -. Capiamo cosa sta succedendo e che tipo di difficoltà incontreremo”. Tra le tante difficoltà ci sono quelle legate al calo del Pil, anche lo stesso Putin ha scongiurato timori legati all’abbassamento della potenza economica russa:

Secondo i dati del ministero per lo Sviluppo economico, il Pil della Russia è sceso solo del 2,1 per cento fra gennaio e novembre, quando si prevedeva, anche fra i nostri economisti, per non parlare di quelli all’estero, di un calo del dieci per cento, del 15 o perfino del 20. Per l’intero 2022 è invece atteso un calo del 2,5%.

Putin e la Russia, le repliche dal mondo

Il mondo non resta fermo a guardare le dinamiche e gli intrecci tra Russia e Ucraina, con le repliche alle parole che arrivano dalla Spagna. A tracciare un quadro ci ha pensato il premier spagnolo, Pedro Sanchez, parlando al World Economic Forum a Davos: “Dobbiamo combattere i semi marci che Putin ha piantato nei nostri Paesi. Dobbiamo impedire a queste forze politiche di raggiungere le istituzioni e distruggere l’Ue dall’interno perché la minaccia è molto reale”

Repliche che arrivano anche dal premier svedese, Ulf Kristersson, presentando in plenaria a Strasburgo la presidenza di turno dell’Ue:

“Putin ha sottostimato non solo l’Ucraina ma anche l’Unione europea. Negli anni Settanta l’indipendenza dalle fonti fossili era una questione economica. Negli Ottanta e Novanta è diventata anche una questione climatica. Ora è una questione geopolitica e di sicurezza”