Dino Baggio su doping, strane e pesanti ombre sulla morte di Luca Vialli. A parlarne è l’ex compagno e giocatore Dino Baggio. “Ho paura anche io, sta succedendo a troppi giocatori”. Dino Baggio, non ha usato giri di parole. È andato dritto al punto, ai microfoni di TV7, ed ha puntato il dito contro i medicinali o comunque gli integratori che venivano somministrati, a suo dire ovunque e un po’ a tutti i calciatori. “Bisognerebbe investigare – le parole di Baggio – sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo. Il doping c’è sempre stato. Bisogna capire se certi integratori col tempo hanno fatto male. Ho paura anch’io, sta succedendo a troppi calciatori”. 

Dino Baggio su doping. “Ora ho paura anche io”

Dino Baggio, classe 71 ex centrocampista di Juventus, Inter, Parma e Lazio, dopo le lacrime versate per l’addio a Vialli ha parlato di doping, che, ha detto: “c’è sempre stato anche se ai miei tempi c’erano i controlli e no potevi prendere robe strame, ma bisogna vedere se queste cose restano dentro o riesci a buttarle fuori”, il suo dubbio più grande adesso è che con il passare del tempo certe sostanze potrebbero avere causato danni. L’ex calciatore ha lanciato l’allarme parlando dei suoi anni sui campi di calcio, perché, ha detto: “ si stanno ammalando troppi calciatori”. Ha fatto riferimenti chiari, così come ha ricordato che in tanti hanno parlato anche dell’erba dei campi. È ai microfoni di Tv7 che Dino Baggio rivolge prima di tutto un ricordo al campione appena scomparso e poi tira fuori tutta la preoccupazione sulla sua salute e quella degli altri colleghi. “Bisognerebbe risalire a quello che abbiamo preso in quei tempi – ha detto Baggio – bisognerebbe investigare un po’, sulle sostanze prese in quel periodo. Non so se sia dovuto a questo ma c’è sempre stato il doping. Non si sono mai prese robe strane, perché c’è una percentuale che devi tenere. Però con il tempo bisogna vedere se certi integratori fanno bene oppure no”. Ha chiaramene ribadito il concetto secondo cui: che c’era il doping e ha ricollegato con timore a tutto ciò che sta accadendo a troppi giocatori. Sono sostanze che poi il corpo è riuscito a buttare fuori o no? Vorrebbe saperlo lui per primo. “Poi tanti hanno parlato dell’erba dei campi e dei prodotti che utilizzavano che davano dei problemi”. Dino Baggio ha giocato con Vialli nella Juve, dal 1992 al 1994 e con la Nazionale. E il suo ricordo per il campione appena scomparso è dolce. “Era un uomo spogliatoio e aveva voglia di far crescere i giovani. Ero in squadra con lui quando avevo 21 anni e spendeva sempre una parola buona nei nostri riguardi. È andato via troppo presto dalle nostre vite”.

Dino Baggio, la carriera

Dino Baggio è nato a Camposampiero il 24 luglio 1971. Ex centrocampista, attualmente è un allenatore di calcio . Nel 1994 è stato vicecampione del mondo con la nazionale italiana ai mondiali giocati in America. Comincia a muovere i primi passi a cinque anni nel campo, in provincia di Padova. A tredici anni viene notato dai dirigenti del Torino che lo portano in maglia granata dove cresce ed esordisce esordisce in Serie A il 9 settembre 1990, con i granata vincerà la Serie B del 1989-1990 e l’anno successivo vinceranno la Coppa Mitropa 1991 . Divenuto presto titolare, alla fine della stagione in maglia granata colleziona 25 presenze e un gol. Nel 1991 viene ceduto alla Juventus per 9,8 miliardi, che lo gira in prestito all’Inter per una stagione, durante la quale il giocatore colleziona 27 presenze e un gol.

Tornato alla Juventus, diviene titolare vincendo la Coppa UEFA in finale contro il Borussia Dortmund: è stato il protagonista della doppia finale segnando il gol del pareggio all’andata (3-1) e una doppietta nel ritorno (3-0). Rimane ancora una stagione coi bianconeri prima di passare definitivamente al Parma di Nevio Scala per 14 miliardi di lire, con ingaggio da 1,8 miliardi netti a stagione per quattro anni. Nel 2003 viene ceduto al Blackburn per poi tornare in Italia con la maglia dell’Ancona, nel 2004 passa alla Lazio dove gioca poco o niente. Chiude la carriera all’età di quasi trentasette anni militando in Terza Categoria, nella squadra del Tombolo, allenata dal suo primo allenatore, Cesare Crivellaro.