Invecchiamento processo reversibile. Nel 2023 tutto è possibile, anche ringiovanire ed invertire il processo di invecchiamento, l’insieme dei cambiamenti che avvengono all’interno delle cellule e dei tessuti a causa dell’avanzare dell’età e che possono recare maggiori possibilità di contrarre malattie per poi arrivare al decesso. Un team americano ha dimostrato attraverso uno studio pubblicato su Cell, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, che l’invecchiamento è un processo reversibile. L’esperimento condotto ha preso come cavie un gruppo di topi e, dopo una serie di prove e ricerche, sono stati ottenuti risultati importanti.

Invecchiamento processo reversibile: lo studio americano

Un gruppo di scienziati del Dipartimento di Genetica della Scuola di Medicina dell’Università di Harvard in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Biologia Computazionale dell’Università Carnegie Mellon, dei dipartimenti di Oftalmologia e Neuropsichiatria dell’Università Keio di Tokyo (Giappone), del Brigham and Women’s Hospital di Boston e di numerosi altri istituti hanno portato a termine uno studio sull’invecchiamento come processo reversibile.

I ricercatori, sotto la guida del professor David A. Sinclair, docente presso il Paul F. Glenn Center for Biology of Aging Research e il Blavatnik Institute del prestigioso ateneo, hanno dimostrato che si può simulare sull’accelerazione dei processi di invecchiamento, come quelli derivanti dall’esposizione al sole o da sostanze chimiche tossiche, lavorando sull’epigenoma, un insieme di fenomeni che modifica il DNA senza alterarne la sequenza. Essa è la componente della genetica che influisce sui cambiamenti nel fenotipo senza modificare il genotipo.

L’esperimento

I ricercatori hanno avviato lo studio sperimentando su i topi producendo dei tagli temporanei nel DNA con l’obiettivo di imitare le rotture continue all’interno dei cromosomi, che le cellule dei mammiferi sperimentano sempre come risposta a semplici atti come la respirazione, l’esposizione alla luce UV, l’alimentazione e qualsiasi altra attività giornaliera.

Il team di esperti ha velocizzato il processo in laboratorio attraverso l’accelerazione del numero di rotture e tagli così da capire se l’invecchiamento sarebbe potuto derivare da questo procedimento. Una volta a lavoro, gli scienziati hanno notato che i tagli del DNA si riparavano e che tale riparazione determinava in modo indiretto l’invecchiamento a livello fisiologico, cognitivo e molecolare, per l’erosione del paesaggio epigenetico. I topi hanno perso la loro funzione epigenetica giovanile per poi sembrare vecchi e comportarsi da vecchi con un aumento dei biomarcatori che stanno ad indicare l’invecchiamento. Così, mettendo a confronto i topi trattati da quelli non trattati, è stato evidente come i primi fossero invecchiati molto di più.

Arrivati a questo punto, gli scienziati hanno iniziato il processo inverso, somministrando ai topi trattati una terapia genica utilizzata da Sinclair in uno studio precedente che aveva fatto molto discutere a livello internazionale in quanto aveva consentito il ripristino della vista nei topi ciechi. Dunque, anche in questa occasione, i topi che in precedenza erano stati invecchiati, sono tornati giovani.

Tale processo è detto permanente ma non è chiaro come esso sia reversibile. Tra le tante ipotesi gli esperti ritengono che le cellule dei mammiferi tendano a mantenere una copia di dati che portino il soggetto a ringiovanire soltanto se stimolato seguendo alcune misure.

Considerazioni

Lo studio condotto dalla squadra americana e tutti i collaboratori che hanno lavorato al caso non però unico, nel senso che, come già affermato in precedenza, vi è stata un’altra ricerca che avrebbe fatto riferimento alla terapia genetica. Da ciò sarebbero emerse alcune considerazioni da non sottovalutare come una maggiore possibilità per contrarre il cancro nei topi. Inoltre, non è certo che tale esperimento sia efficace anche per gli esseri umani, poiché attualmente è stato portato avanti soltanto sui ratti. Infine, gli esperimenti sono stati condotti in cavie con una condizione di invecchiamento precoce.