Arrestato Matteo Messina Denaro. Arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro dopo decenni di latitanza. E’ quanto riporta l’Ansa in un flash. Il super latitante è stato arrestato in una clinica privata di Palermo dai carabinieri del Ros, L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Arrestato Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro, noto anche con i soprannomi U siccu e Diabolik è nato a Castelvetrano il 26 aprile 1962. L’ultimo padrino di Cosa Nostra rimasto in libertà era ricercato da 29 anni. Matteo Messina Denaro appartiene alla generazione di mafiosi successiva a quella di Totò Riina e Bernardo Provenzano. È stato Matteo Messina Denaro a creare a Trapani la mafia infiltrata nell’economia, nelle imprese, nelle banche a farla diventare una mafia imprenditrice. Lo confermano i maxi sequestri di milioni di euro, tutti recano il sigillo del super latitante. Da latitante è riuscito ad avere due figli, una ragazza di cui si conosce anche la madre, e un maschio, Francesco, come il nonno paterno don Ciccio Messina Denaro.

Matteo Messina Denaro oggi arrestato a distanza di trent’anni e un giorno dalla cattura di Toto Riina

La cattura dell’ultimo superlatitante di Cosa nostra avviene dopo trent’anni e un giorno dalll’arresto di Totò Riina da parte dei Ros, gli stessi protagonisti oggi. Riina era rimasto libero e ricercato 24 anni, per 43 era rimasto latitante Bernardo Provenzano, non è arrivato a compierne trent’anni esatti, Matteo Messina Denaro, che era in fuga da metà 1993 assieme al padre, Francesco. Lui morì il 30 novembre del 1998 in latitanza, nelle campagne di Castelvetrano (Trapani) paese di cui entrambi sono originari e Matteo lo fece trovare “conzato”, pronto per la sepoltura con l’abito buono. Ogni anno, dal 1999, in occasione della morte del padre, non ha mai fatto mancare sul Giornale di Sicilia il necrologio a lui dedicato. Misteriosamente, non si risale mai al committente dell’annuncio. Morto Ciccio Messina Denaro, il testimone dell’ala corleonese della provincia di Trapani era stato raccolto da Matteo: in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita in fuga. Il boss stragista è stato condannato per Capaci, via D’Amelio e per gli eccidi del 1993 a Roma, Firenze e Milano, oltre che per l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito. Operato in Spagna all’inizio degli anni Duemila, gli investigatori erano riusciti a ricostruire quale fosse la clinica iberica e a prendere il Dna, in loro possesso e oggi potrebbe essere utilizzato come mezzo per riscontrarne l’identità. Decine gli omicidi per cui è stato condannato, fra questi Vincenzo Milazzo e Antonella Bonomo, che era incinta. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine, di tutte le forze di polizia.