Decreto Carburanti pubblicato nella giornata del 14 gennaio 2023, dai bonus alla trasparenza sui prezzi di benzina e gasolio, ecco tutto ciò che serve sapere. Nel testo firmato ieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, rientrano anche i due bonus, uno sui trasporti di 60 euro e l’altro sull’acquisto di carburanti pari a 200 euro; inoltre, in ottica di trasparenza dei prezzi dei carburanti, in capo ai benzinai incombono vari adempimenti che vanno dalla pubblicazione dei prezzi medi sulla piattaforma del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) all’aggiornamento della cartellonistica presente nei punti vendita, anche autostradali, riportanti i prezzi di benzina e diesel. Per i distributori cambiano anche le sanzioni che possono prevedere fino alla sospensione della vendita per un periodo di 90 giorni. E, se i prezzi dei carburanti dovessero tornare a salire, scatterebbe il meccanismo dell’accise mobile. Ecco, nel dettaglio, tutte le misure previste dal provvedimento di ieri.

Decreto Carburanti, bonus trasporti e benzina per il rialzo dei prezzi

Due i bonus previsti dal decreto carburanti del 14 gennaio 2023 per contenere gli effetti dei rialzi di benzina e diesel sui consumatori. Il primo prevede l’estensione, fino al 31 dicembre 2023, del bonus carburante di 200 euro. L’indennità viene concessa dai datori di lavoro ai propri dipendenti – come già avvenuto nel 2022 – senza che il bonus concorra a formare il reddito soggetto a tassazione. La detassazione, dunque, consente di ricevere il bonus al netto di imposte: per questa misura il governo ha stanziato 13,3 milioni di euro per tutto il 2023. Per chi utilizza i mezzi pubblici locali e ferroviari, è possibile fare richiesta del bonus trasporti, del valore di 60 euro, destinato all’acquisto degli abbonamenti, purché l’Isee del richiedente non superi i 20.000 euro. Il bonus ottenuto non fa reddito e non concorre ad aumentare lo stesso indicatore di reddito. Per i punti vendita dei carburanti incombono essenzialmente due nuovi oneri: il primo è quello di comunicare il prezzo praticato su benzina e gasolio alla piattaforma predisposta dal ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) al fine di informare i consumatori sui prezzi medi dei carburanti. È da notare che un osservatorio sui prezzi è già disponibile sul sito del Mimit: a questo punto, si presume che la comunicazione dei gestori dovrà essere giorno per giorno e non più settimanalmente. Sarà un decreto dello stesso ministero a stabilire con quale cadenza dovranno avvenire le comunicazioni dei prezzi. Il secondo obbligo per i gestori riguarda la revisione della cartellonistica presente nei punti vendita che indica i prezzi di benzina e gasolio: in questo caso, è importante sottolineare che il benzinaio dovrà esporre nel cartello il prezzo medio praticato a livello nazionale e quello praticato al suo impianto.

Nuovi controlli ai gestori delle pompe: ecco quali sono le regole

Per i gestori che non si adeguano alle regole del decreto Carburanti sono previste nuove sanzioni. A seguito dei controlli della Guardia di Finanza, il prefetto potrà comminare sanzioni amministrative che vanno da 500 a 6.000 euro, ma dopo la terza violazione scatta la sospensione dell’attività da 7 a 90 giorni. Inoltre, la metà delle sanzioni comminate ai gestori andrà a finanziare iniziative per la trasparenza dei prezzi di benzina e diesel o per implementare le piattaforme informatiche predisposte per informare i consumatori dei prezzi dei carburanti. Torna anche il meccanismo dell’accise mobile nel caso di rincaro dei prezzi: il sistema consente di tagliare le accise se i prezzi medi praticati sono più elevati della media del bimestre precedente, rispetto ai valori indicati nell’ultimo Documento di economia e finanza. Infine, dal provvedimento escono rafforzati i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi che potrà agire, avvalendosi degli osservatori, per convocare la Commissione specifica al fine di monitorare l’andamento dei prezzi dei carburanti.