Kevin Spacey Torino: è polemica sulla premiazione dell’attore statunitense da parte del Museo Nazionale del Cinema a causa dei processi che lo vedono coinvolto con l’accusa di violenza sessuale. A difendere la scelta dell’ente culturale torinese, anche il sottosegretario Vittorio Sgarbi, che questa mattina, nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, ha sostenuto che Spacey è la vera vittima della vicenda, ricordando che, fino a prova contraria, l’attore è ancora innocente e invitando la comunità omosessuale a schierarsi al suo fianco.

Kevin Spacey Torino: è polemica. La risposta di Vittorio Sgarbi

Nonostante sia stato assolto nella causa civile intentata nei suoi confronti da Anthony Rapp, che lo aveva accusato di averlo molestato su un set quando era ancora un adolescente, “perché il fatto non sussiste”, Kevin Spacey, che sulla faccenda continua a dichiararsi innocente, è ancora a processo nel Regno Unito con l’accusa di aver violentato quattro uomini – all’epoca dei fatti preadolescenti – tra il 2001 e il 2013. Per questo motivo non è passata inosservata la decisione del Museo Nazionale del Cinema di Torino di premiarlo con la Stella della Mole, in una cerimonia in programma per lunedì prossimo cui dovrebbero prendere parte Enzo Ghigo, presidente dell’ente, e Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura del Mic.

“Sono anni che si parla, con ironia ma anche con dolore, della necessità di separare l’uomo dall’artista. È un alibi se si hanno oltre dieci accuse, ma l’aura di successo che emana Spacey sembra valere di più del capire se abbia avuto o meno dei comportamenti violenti”, ha spiegato a Repubblica Federica Rosin, attivista di Non una di meno di Torino. Un’opinione condivisa da molti, che ha portato il Museo Nazionale a difendere la sua decisione. “Vogliamo tenere le polemiche fuori dalla Mole Antonelliana – ha dichiarato il direttore Domenico De Gaetano -. Il nostro Museo vuole  riproporre la carriera di un grande attore che ha vinto due Oscar ed è nel cuore di tutti gli amanti di cinema. A noi interessa la sua arte”.

“C’è sempre la presunzione di innocenza – ha proseguito -. Spacey è un grande attore, per noi è un privilegio e un onore averlo qui. Delle accuse risponderà nelle sedi opportune, da noi risponderà alle domande del cinema”. Ora sulla questione è tornato anche Vittorio Sgarbi che, in un’intervista a La Stampa ha difeso la posizione dell’ente museale e dell’attore. “A causa di quello che è successo ha perso contatti, ha subìto un lungo periodo di interruzione professionale, persino ruoli che aveva già recitato sono stati girati nuovamente per poterlo eliminare da un film. Tutto questo a fronte dell’accusa di essere un maniaco sessuale, cosa che nessun tribunale ha giudicato vera”, ha dichiarato il sottosegretario alla Cultura italiano, preannunciando che non sa se sarà a Torino per la premiazione, come ci si aspettava, perché si sente “messo in mezzo come uomo di Governo e intimidito” per qualcosa che ritiene giusto.

E sostiene anche che #MeToo abbia poco a che fare con la vicenda dell’attore (che è stato tra i primi accusati dopo l’espansione del movimento a Hollywood, sull’onda del caso Weinstein) “perché qui stiamo parlando di due maschi. E non è che in cambio della propria disponibilità sessuale l’accusatore volesse una parte in un film di Spacey, non c’era servitù di potere per fare carriera. Questo cambia di molto le cose. E i quesiti che questa vicenda apre sono tanti”. “Bisogna difendere Kevin Spacey da questi attacchi – ha concluso – È intollerabile che il mondo omofobico lo prenda come pietra dello scandalo. Invoco tutta la comunità omosessuale affinché prenda posizione a suo favore“.