Episodio raccapricciante accaduto a Palizzi in provincia di Reggio Calabria dove due cani sono stati torturati, legati e trascinati da un’auto. Uno dei due cani è morto, mentre l’altro ha subito terribili ferite e riversa in condizioni critiche.

I due cani non avevano padrone e vivevano da randagi nella zona dove hanno subito le sevizie. Da tempo una delle volontarie dell’associazione seguiva la loro condizione con la speranza di trovare loro un posto nell’oasi del sodalizio e successivamente un padrone per l’adozione. La donna aveva ribattezzato gli esemplari, entrambi di sesso femminile, “Anima” e “Pena”, e solo qualche giorno prima si era recata in zona per assicurarsi che stessero bene, fornendo loro acqua e cibo.

Solo poche ore più tardi la terribile scoperta. I due cani randagi sono stati legati al paraurti dell’automobile che poi ha iniziato la sua marcia. I poveri animali, forse già barbaramente torturati, non sono riusciti a tenere l’andatura del veicolo e ben presto sono finiti per essere trascinati dalla stessa autovettura.

I cani hanno subito traumi, ferite e lesioni per il contatto con l’asfalto. Una di loro, come detto, non è sopravvissuta a tanta crudeltà e il suo corpo è stato ritrovato con l’osso del collo spezzato. Probabilmente morta sul colpo impiccata nel momento del trascinamento. L’altro esemplare è tuttora in condizioni gravissime e in forte stato di shock.

Calabria cani legati e trascinati da un’auto: un gesto purtroppo non isolato

La scena del ritrovamento è stata documentata da alcune volontarie dell’Associazione Anime randagie di Bovalino, frazione del comune reggino ed è stata comunicata dalla presidentessa della stessa associazione Angela Aguì in un intervento a “LaCNews24”.

“Abbiamo ricevuto una telefonata terribile, la volontaria, che aveva trovato una striscia di sangue lungo la strada e l’aveva seguita, ci comunicava che le due piccole erano state legate con un cappio e trascinate lungo la strada evidentemente per molto tempo. Una di loro è morta probabilmente sul colpo perché si è spezzato l’osso del collo, l’altra ha delle ferite terribili da trascinamento”.

Quando la volontaria ha seguito la scia di sangue sull’asfalto è giunta fino ai due cani, ancora legati con il cappio, con la cucciola ferita ma viva accanto al corpo esanime della compagna.

La presidentessa ha continuato il racconto evidenziando che tale gesto di una crudeltà assurda non avrebbe una motivazione particolare. Forse la noia da parte di qualche squilibrato di zona che ha pensato di torturare due poveri ed indifesi animali inermi.

“Questa barbarie non guarda in faccia nessuno e credo che solo il timore della legge la possa arrestare. Questi comportamenti non possono continuare ad essere impuniti. Purtroppo non è la prima volta che troviamo situazioni disperanti nel territorio di Palizzi, mi appello anche alla sensibilità di questa comunità, della brava gente, affinché si faccia fronte comune. Magari a qualcuno non interessa nulla di un cane, ancor meno se randagio, ma sappiate che chi commette atti di questo tipo non ha difficoltà a fare lo stesso con essere umani più deboli come anziani, disabili o bambini”.

La denuncia di LAV

LAV, Lega Anti Vivisezione, nella sua pagina Facebook ha diffuso una foto dei due cani dopo i maltrattamenti, mostrando non solo le ferite del cucciolo sopravvissuto ma anche il cadavere dell’esemplare che non ha retto alle torture.

Questa associazione, impegnata sin dal 1977 nella difesa e tutela dei diritti degli animali, ha deciso di sporgere denuncia contro ignoti e ha chiesto al sindaco di dare un forte segnale alla comunità condannando pubblicamente il gesto. Sono state inoltre esortate le persone residenti in zona che abbiano visto il responsabile a comunicarlo, anche in forma anonima, alle autorità.

LAV sottolinea inoltre che purtroppo non si tratta di un’azione isolata ma un vero e proprio gesto di crudeltà ripetuta.

“Si tratta dell’ennesimo atto di violenza con il medesimo modus operandi: il trascinamento di cani con mezzi a motore fino a causare gravi lesioni o la morte è purtroppo spesso utilizzato come metodo per punire i cani o per allontanarli da una determinata zona”.

L’episodio non può rimanere impunito. LAV, che già in passato ha denunciato vicende simili, ha chiesto a gran voce che queste atrocità vengano punite con pene esemplari e “commisurate alla violenza praticata e alla pericolosità sociale che contraddistingue chi assume simili comportamenti”.