Il responsabile della crisi di accessi e sovraffollamento nei reparti di pediatria italiana si chiama Virus Respiratorio Sinciziale, abbreviato dai tecnici in Vrs, ossia una forma di bronchite estremamente aggressiva. L’allarme arriva dalla Società Italiana di Pediatria (Sip), che raccoglie i dati di tutti gli ospedali nazionali e aggregandoli ha notato un numero di ingressi decisamente superiore rispetto agli ultimi anni per infezioni da virus respiratori.

Dai dati anagrafici in proprio possesso, la Sip comunica che la fascia d’età più interessata è quella dei neonati al primo anno di vita.

Crisi reparti pediatria, il boom dei virus respiratori

I reparti di pediatria di tutta Italia stanno affrontando la crisi dovuta al sovraffollamento e, di conseguenza, la Sip richiede un intervento urgente da parte dell’Esecutivo in modo tale da fronteggiare l’emergenza come avvenuto con il covid-19 nel 2020. Il problema è prettamente quantistico e riguarda i pochi posti letto a disposizione degli ospedali.

Mai come quest’anno, evidentemente, la concentrazione contemporanea di malattie tipicamente stagionali come l’influenza, il coronavirus e l’adenovirus ha messo in ginocchio l’intero sistema sanitario congestionando i Pronto Soccorso lungo l’intero stivale. Nel comunicato si parla addirittura di un aumento del 300% (dunque accessi triplicati) rispetto al 2020 e al 2021, con un proliferare di sintomi da Vrs fino all’80% dei casi registrati.

Come riuscire dunque a garantire l’assistenza a tutti in uno scenario così complesso? In molti casi, infatti, la maggiore virulenza data dalla contemporaneità di più agenti patogeni richiede un’assistenza costante e continua. Anche perché è complicato pensare che tali situazioni di salute, che rendono l’organismo estremamente debole, riescano a essere curate con terapie domiciliari. L’urgenza e capillare e coinvolge, come già avvenuto con il covid-19, quelle regioni piccole con pochi ospedali e di conseguenza pochi posti letto disponibili. Eppure, anche nelle grandi città il campanello d’allarme è assai acceso.

Dopo le vacanze di Natale, che di solito rappresentano un momento di tregua, la riapertura delle scuole sarà un bel banco di prova per l’intero sistema sanitario.