Il 2023 parte con un nuovo record in negativo: il riscaldamento degli oceani ha raggiunto temperature mai viste prima d’ora e sono costantemente in aumento. Per il settimo anno consecutivo il Mediterraneo si conferma il bacino che si scalda più velocemente. Secondo gli esperti i fattori che fanno presagire in futuro un clima sempre più estremo sono molteplici.

Riscaldamento oceani, biodiversità in pericolo

Il riscaldamento degli oceani è solo la punta dell’iceberg: questo quanto afferma uno studio pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Science e guidato dall’Accademia Cinese delle Scienze, al quale hanno contribuito anche ricercatori italiani di Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e di Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

Forte preoccupazioni perché i dati non tangono solo la vita e gli ecosistemi marini, ma anche quella degli esseri umani e degli ecosistemi terrestri, dal momento in cui gli oceani assorbono la maggior parte del riscaldamento provocato dalle attività umane.

Analizzando i dati raccolti dell’Istituto di Fisica Atmosferica(Iap) cinese e dell’Amministrazione Nazionale per gli Oceani e l’Atmosfera (Noaa) statunitense, dal 1950 ad oggi, i ricercatori guidati da Lijing Cheng, hanno potuto constatare che il contenuto di calore dell’oceano è sensibilmente aumentato.

“Il calore dell’oceano, nei primi 2 mila metri di profondità è aumentato rispetto all’anno precedente di circa 10 Zetta joule, vale a dire 1 joule (unità di misura del calore) seguito da 21 zeri. Per dare un’idea dell’enormità del valore, 10 Zetta joule di calore possono mantenere in ebollizione 700 milioni di bollitori da 1,5 litri per un anno intero. Si conferma, quindi, il continuo aumento della temperatura degli oceani, in abbinamento a livelli sempre più elevati di salinità e ad una maggiore separazione dell’acqua in strati, che può ridurre o annullare il rimescolamento tra la superficie e le zone più profonde. Tra le tante conseguenze, questi fattori alterano il modo in cui il calore, il carbonio e l’ossigeno vengono scambiati tra l’oceano e l’atmosfera. Questo, a sua volta, si riflette sulla biodiversità e sugli spostamenti delle specie ittiche, con effetti a cascata sulle comunità dipendenti dalla pesca”.

Cheng Lijing, International Center for Climate and Environment Sciences.