Che cos’è la meningite batterica, come si trasmette e quali sono i suoi sintomi più comuni? Si tratta di una malattia che colpisce le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, le meningi appunto e, nei casi più gravi, può addirittura risultare letale per coloro che ne sono affetti, come nel caso della paziente di 27 anni di Roma a cui è stata diagnosticata troppo tardi, rendendo poi inutili tutti i tentativi dei medici di salvarla.

Che cos’è la meningite batterica e come si trasmette?

L’infiammazione delle meningi nota come “meningite” ha spesso origine infettiva e può essere causata da batteri, virus o funghi, trasmessi attraverso colpi di tosse, starnuti o per contatto ravvicinato con persone infette. La meningite batterica – dovuta principalmente a meningococco, pneumococco ed emofilo – è una condizione più pericolosa, ma fortunatamente anche più rara, rispetto a quella virale. È importante ricordare che i batteri responsabili della malattia si trovano comunemente nell’ambiente e che un’eventuale esposizione a questi ultimi non è quindi per forza sinonimo di meningite batterica; a renderli pericolosi sono infatti particolari situazioni e condizioni, come per esempio l’età dei soggetti esposti (le persone sotto ai 5 anni di età sono più a rischio, seguite da quelle tra i 15 e i 19 anni), la presenza di immunodepressione o anche la modalità di esposizione.

Meningite batterica sintomi e complicazioni

La meningite batterica esordisce con sintomi molto simili a quelli che caratterizzano la comparsa della meningite virale; rispetto a quest’ultima, però, è destinata a peggiorare, dando luogo a complicanze che, nel 10% circa dei casi, possono addirittura risultare fatali per coloro che ne sono affetti. Dopo un periodo di incubazione che può variare da i due e i 10 giorni, inizialmente la malattia si manifesta principalmente con mal di testa, sonnolenza e inappetenza; poi, dopo due o tre giorni, emergono gli altri sintomi, tra i quali:

  • febbre molto alta, constraddistinta da mani e piedi freddi;
  • nausea e vomito;
  • confusione e irritabilità;
  • dolore muscolare intenso;
  • rigidità al collo (nucale);
  • pallore;
  • intolleranza anomala alla luce (fotofobia);
  • convulsioni o crisi di epilessia;
  • letargia.

Ma ci sono casi in cui i pazienti vanno incontro ad un progressivo peggioramento, che può portare anche alla morte: i batteri tendono infatti ad infettare il sangue e a diffondersi nei tessuti nervosi, innescando complicanze quali:

  • setticemia;
  • encefalite e/o mielite, che a loro volta possono provocare perdita dell’udito, difficoltà di concentrazione, apprendimento e/o linguaggio, disturbi di equilibrio e coordinazione, disturbi comportamentali e paralisi cerebrale.

Diagnosi, terapia e prevenzione della malattia

Essendo i sintomi iniziali della malattia abbastanza comuni, e sovrapponibili con quelli di una qualsiasi influenza, diagnosticare la meningite batterica non è sempre semplice, ma risulta essenziale per evitare che la malattia possa finire per diventare letale per il paziente. In genere, per essere certi che si tratti di un’infiammazione alle meningi causata da un batterio, sono fondamentali: un accurato esame obiettivo, un’emocoltura e una puntura lombare, oltre che test strumentali di tipo radiologico. In caso di diagnosi, è d’obbligo il ricovero in ospedale, in particolare in un reparto di terapia intensiva. La meningite di tipo batterico necessita infatti di una serie di cure che soltanto una struttura ospedaliera è in grado di fornire. Si tratta in genere di antibiotici somministrati in via endovenosa, con l’eventuale aggiunta di corticosteroidi, analgesici contro il dolore, liquidi per la reidratazione e ossigenoterapia per riequilibrare le carenze. Per quanto riguarda la prevenzione, invece, l’unico modo per sventare il rischio di ammalarsi è vaccinarsi. Attualmente in Italia sono tre i vaccini contro le possibili cause di meningite batterica: quelli contro il meningococco di tipo C, l’emofilo di tipo B (che è obbligatorio) e lo pneumococco.