Quattro anni difficili quelli di Daniel Ricciardo che, fuori dal mondo Red Bull, ha avuto molte difficoltà sia a bordo della Renault nel 2019 che le due stagioni dopo alla McLaren. Se i due anni a Enstone sono stati contraddistinti da lampi di classe il biennio di Woking è stato duro al punto che nemmeno la vittoria al GP di Monza del 2021 può far dimenticare tutte le batoste subite da Lando Norris.

Ricciardo: “Alonso il modello, rientro nel 2024”

Più passavano i giorni e, soprattutto con le tre gare consecutive Spa-Zandvoort-Monza, più mi è diventato chiaro come nella mia situazione non si trattava di una telefonata;  si trattava di riconoscere che, in definitiva, non volevo gareggiare nel 2023. Quindi, in un certo senso, sono contento che un top team non mi abbia contattato, perché è uno di quelli in cui probabilmente ti senti in dovere di firmare. Ma credo che nel mio intimo desiderassi solo di staccare. Si potrebbe parlare di un burnout, non ho paura di ammetterlo. Non voglio dire di essere l’unico pilota a sentirsi così, ma direi che non sono un normale sportivo che si limita a dire che ‘la pratica rende perfetti’. A volte, più faccio e più mi perdo per strada: sento che una pausa, un po’ di tempo libero, mi permetterebbe di tornare più forte. So che per me potrebbe essere davvero un bene.

L’obiettivo per Daniel è tornare in griglia nel 2024 e gli esempi recenti possono far ben sperare il pilota: molti i piloti che dopo un periodo sabbatico sono tornati al volante.

Da Nico Hulkenberg a Kevin Magnussen passando per chi ha “ispirato” Ricciardo a prendere una pausa, Fernando Alonso che dopo lo stop del 2018 è rientrato ben tre anni dopo al volante della Alpine.