Il ministro della Difesa Guido Crosetto interviene a gamba tesa nel duplice botta e risposta tra Italia e Russia a proposito del conflitto in Ucraina. Tutto è nato in seguito alle affermazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi aveva assicurato che l’Italia sia “pronta a farsi garante di un eventuale accordo di pace” per porre fine al conflitto. La premier, che ha svelato la propria intenzione di recarsi a Kiev entro fine febbraio, prima dell’anniversario dell’invasione russa, aveva sottolineato nel corso della conferenza stampa di fine anno alla Camera di essere “ovviamente favorevole a tutto quello che possiamo fare per favorire la pace”.

Bisogna sapere però che il tema della pace non si ottiene solo rivendicandolo, bisogna lavorarci concretamente e avere segnali dalle parti in campo, e oggi non ci sono grandi segnali in particolare dalla Russia.

Parole che hanno destato la replica di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, secondo la quale l’Italia non può essere considerata una “possibile garante” del processo di pace né un’ “intermediaria onesta” nella guerra.

L’accusa di Zakharova al governo di Roma, formulata alla stampa russa ieri, mercoledì 4 gennaio, è quella di “aiutare il regime sanguinoso di Kiev” e di aver assunto una postura “aggressiva anti-russa“. Non solo: Zakharova ha anche avanzato con convinzione l’ipotesi che l’Italia fornisca a Kiev “mine antiuomo“. Un’affermazione che non è andata giù a Guido Crosetto, che oggi ha contestato duramente le parole della portavoce, ritenute “completamente false, infondate e gravemente denigratorie dell’onore del nostro Paese”.

L’Italia ha firmato il Trattato di Messa al Bando delle Mine antiuomo, il Trattato di Ottawa, il 3 dicembre 1997, ed è divenuta Stato parte del Trattato stesso il 1 Ottobre 1999. L’Italia non produce mine antiuomo e non le fornisce a nessun Paese al Mondo, Ucraina compresa.

Botta e risposta Crosetto-Zakharova, le parole della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca sul conflitto tra Russia e Ucraina

Nel dettaglio, le parole che hanno chiamato l’Italia in ballo nel conflitto tra Russia e Ucraina, provocando il disappunto del ministro Crosetto, riguardano la disponibilità di molti Paesi a partecipare alla risoluzione della crisi. Una disponibilità, a detta della portavoce Maria Zakharova, offerta da “alcuni sinceramente”, mentre “altri perseguono i propri obiettivi egoistici, cercando di ‘incunearsi’ nel processo negoziale per ottenere dividendi in politica estera”.

È strano per noi ascoltare proposte di mediazione da Paesi che, fin dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, hanno assunto una posizione anti-russa inequivocabile e molto aggressiva, non solo sostenendo il regime sanguinario di Kiev, ma fornendo assistenza militare e tecnico-militare e pompando deliberatamente in Ucraina le armi più moderne. È noto che l’Italia, insieme a una vasta gamma di armi e attrezzature militari, fornisce a Kiev mine antiuomo. Queste azioni irresponsabili non solo moltiplicano il numero delle vittime, anche tra la popolazione civile del Donbass, ma ritardano la fine del conflitto.

Gli sponsor occidentali di Kiev, tra cui purtroppo l’Italia, non pensano nemmeno di fermarsi, anzi, stanno aumentando le forniture. Ovviamente, data la posizione di parte assunta dall’Italia, non possiamo considerarla né un’intermediaria onesta né una possibile garante del processo di pace.

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