Oggi, 4 gennaio, si celebra la giornata mondiale dell’alfabeto Braille, il metodo di scrittura e lettura a rilievo per ciechi e ipovedenti. Ma chi ha inventato l’alfabeto Braille e come si legge? Scopriamo di più su questo strumento fondamentale per l’istruzione, l’informazione e la comunicazione di chi non vede.

Che cos’è

Prima di capire come si legge l’alfabeto Braille, scopriamo che cos’è. Inventato nei primi dell’Ottocento dal non vedente Louis Braille, si tratta di un metodo di lettura che si basa su una serie di simboli formati da punti in rilievo, il cui significato è deducibile sfiorandoli con i polpastrelli. Al giorno d’oggi Oggi è utilizzato in diversi contesti, dai tastierini dei bancomat alle confezioni dei medicinali, dai biglietti da visita ai pannelli informativi, e consente ai non vedenti di accedere alle informazioni scritte. 

Chi lo ha inventato

L’inventore del Braille è Louis Braille,  che a soli tre anni si infortunò all’occhio sinistro nell’officina del padre e divenne cieco. Svolse i suoi studi all’Istituto per giovani ciechi di Parigi, uno dei primi centri dedicati a persone non vedenti, dove imparò a leggere attraverso il metodo di Valentin Haüy (riconoscere con il tatto i caratteri della stampa in nero). In seguito venne istruito dal militare Charles Barbier de la Serre su un particolare metodo basato su dodici punti per scrivere messaggi in rilievo, utilizzato dalle forze armate per l’invio di messaggi notturni. E proprio ispirandosi a questo singolare metodo il giovane Braille, appena quindicenne, ideò la barra braille, che permetteva agli ipovedenti e ai ciechi sia di leggere, sia di scrivere. Il primo libro in braille vide la luce nel 1827 ma Louis, morto nel 1852 di tubercolosi, non fece in tempo ad assistere al successo mondiale di quanto aveva creato.

Come si legge l’alfabeto Braille

Dunque come si legge l’alfabeto Braille? Ovviamente è necessario conoscere approfonditamente questo strumento che, di fatto, è un codice basato su simboli definiti ed universalmente riconosciuti che indicano le lettere dell’alfabeto, la punteggiatura, i numeri, i segni matematici e le note musicali.   

Il codice alfabetico sul quale si basa il Braille è composto da 6 punti disposti all’interno di un rettangolo ideale, in uno spazio che corrisponde a quello del polpastrello del dito indice. I punti possono essere combinati in ben 64 modi differenti. Per fare alcuni esempi, la lettera A viene rappresentata da un puntino in alto a sinistra, la B da due puntini in alto a sinistra uno sotto l’altro, la lettera C corrisponde a due puntini uno vicino all’altro, quattro puntini raffigurano invece la lettera G e così via.

Ad oggi sono disponibili in braille testi di qualsiasi genere, dalla letteratura, alle materie scientifiche, a quelle umanistiche, ai testi per le scuole.